#MeToo si abbatte anche su Nike. Secondo quanto reso noto da un’inchiesta del New York Times, che ha fatto luce sulle recenti dimissioni ai vertici del colosso dello sportswear, le dipendenti donne di Nike avrebbero infatti sviluppato un questionario per raccogliere testimonianze di episodi di discriminazione e sessismo verificatisi nella sede di Beaverton, in Oregon. Il 5 marzo scorso, i risultati di questa indagine interna sono arrivati nelle mani del numero uno di Nike Mark Parker che ha dovuto prendere atto della situazione. “Nelle settimane successive – si legge sul New York Times – almeno sei executives uomini hanno lasciato o annunciato di essere pronti a lasciare l’azienda, inclusi Trevor Edwards, brand president di Nike, che per molto tempo era stato inquadrato come papabile successore proprio di Parker, e Jayme Martin, sottoposto di Edwards, responsabile di parte del business globale di Nike”.
In uno statement ufficiale, rilasciato in seguito all’inchiesta del Nyt, Parker ha spiegato come la quasi totalità dei dipendenti di Nike lavori duramente e nel rispetto dei valori di cui il brand è portavoce. “È triste apprendere che ci sono piccole parti dell’azienda dove sono stati portati avanti comportamenti non in linea con i nostri valori e che hanno impedito ad alcuni dipendenti di sentirsi rispettati e di svolgere al meglio il loro lavoro”, ha dichiarato il chairman, presidente e CEO di Nike.
I risultati dell’inchiesta del New York Times arrivano a poche settimane dall’annuncio di una svolta “inclusiva” del gruppo, affidato alle parole del capo delle risorse umane, Monique Matheson: secondo quanto riferito da Reuters, infatti, la manager avrebbe evidenziato l’importanza, per il colosso di Beaverton, di accelerare sulla parità di genere, annunciando il lancio di programmi di training specifici e investimenti in un team di diversity sourcing.