Puma si avvicina al posizionamento (e alla redditività) di Adidas e si accende in Borsa. Il gruppo tedesco dello sportswear ha rilasciato previsioni di crescita nel corso del suo capital markets day, indicando vendite che dovrebbero segnare un +10% annuo fino al 2022, contribuendo a un incremento della profittabilità: l’operating profit margin dovrebbe salire al 10% delle vendite in cinque anni dal 5,6% del 2017. Sembrano dunque arrivare i risultati del ri-posizionamento avviato due anni fa, che oggi vede Puma capace di abbinare l’immagine sportiva a quella di tendenza, attraverso un notevole sforzo anche su testimonial e collaborazioni (vedi Kylie Jenner e Rihanna).
In mattinata le azioni dell’azienda guidata da Bjørn Gulden sfioravano il +4% a Francoforte.
Il gruppo tedesco ha chiuso il 2017 con ricavi in crescita del 15,9% a 4,136 miliardi di euro, un ebit in aumento da 128 a 245 milioni e un utili netti più che raddoppiati a 136 milioni. Nel solo quarto trimestre, Puma ha segnato vendite in progressione del 14,5% a 1,04 miliardi (+8,6% reported), con un “incremento a doppia cifra in tutte le arre geografiche e con il footwear che si conferma principale driver di crescita”.
Riguardo alla distribuzione del 70% delle azioni di Puma dalla controllante Kering ai suoi azionisti, il CEO del brand dello sport ha spiegato come si aspetti che il colosso del lusso e la famiglia Pinault rimangano azionisti a lungo termine di Puma, “senza grossi cambi strategici all’orizzonte”.