Continua la crisi del retail americano che, nel 2018, potrebbe registrare una nuova ondata di chiusure dopo le oltre 7mila serrande abbassate nel 2017. A confermarlo sono le stime della società di consulting Alix Partners, che ha evidenziato come il calo delle vendite registrato a gennaio 2018 (la flessione più vistosa degli ultimi 14 mesi) impatterà duramente sui margini di business dei retailer, già costretti a fare i conti con costi del lavoro più alti e con gli investimenti necessari per la trasformazione in chiave omnichannel.
A modificarsi non sarà solo l’ampiezza dello store network, ma anche gli inventari e i tempi di approdo in negozio delle nuove collezioni: “I retailer – hanno spiegato a Wwd David Bassuk e Joel Bines, managing directors di Alix Partners – impiegavano un anno intero per portare un prodotto sul mercato. Ora alcuni rivenditori, e non solo il fast fashion, impiegano 10 settimane. Crediamo che molte insegne, incluse quelle storiche, taglieranno i tempi di sviluppo delle collezioni di almento il 75% quest’anno”. Secondo Alix Partners, un ciclo di sviluppo del prodotto più veloce porterà a migliori livelli di inventario e costringerà le aziende ad abbandonare il calendario stagionale. Le maggiori pressioni continueranno ad arrivare dalle insegne off-price e da Amazon. I rivenditori investiranno in automazione e outsourcing per ridurre i costi “in modo aggressivo” e soprattutto per ridurre i tempi di consegna delle merci nei punti vendita.