Dopo due anni in calo, l’orologeria svizzera torna a sorridere. Nel 2017, le esportazioni di lancette elvetiche hanno infatti segnato una crescita del 2,7% per 19,92 miliardi di franchi (circa 17 miliardi di euro). Nel primo semestre dell’anno, la progressione è stata dello 0,3%, per poi accelerare (+4,9%) negli ultimi mesi. A renderlo noto è la Federation of the Swiss Watch Industry che, a livello dei principali mercati di sbocco dell’export, ha evidenziato la ripresa di Hong Kong (+6%), il calo degli Stati Uniti (-4,4%) e la corsa del mercato cinese (+18,8 per cento). In Europa, cresce il Regno Unito (+7%), mentre Italia, Germania e Francia segnano, rispettivamente, una stabilità rispetto al 2016, un -2,2% e un -0,4 per cento. In flessione, tra le piazze di riferimento, il Giappone (-2,6%) e gli Emirati Arabi (-3,5%), mentre Singapore avanza di 8,5 punti percentuali.
“Il risultato va oltre le nostre previsioni. Il mercato si è stabilizzato prima del previsto”, ha dichiarato il presidente della Federazione, Jean-Daniel Pasche, al portale Swissinfo.ch. “Questo incremento – ha continuato -, per quanto modesto rispetto al boom osservato tra il 2000 e il 2014 (+40%), è dovuto in particolare all’indebolimento del franco svizzero e a un miglioramento dell’economia globale. Le maison orologiere hanno inoltre compiuto grossi sforzi per restare competitive rinnovando gli stock e lanciando nuove collezioni”.
Nota dolente resta il calo dell’occupazione nel settore: in linea con la tendenza negativa nel 2016, infatti, nel ramo orologiero si è perso complessivamente il 3% degli impieghi, distribuiti su circa 700 imprese.