La fase di riposizionamento delle griffe sta assestando duri colpi a tutte le fashion week maschili. A pagare maggiormente sembrano essere Londra e New York. Ma anche Milano sconta qualche passo falso. Mentre Parigi pare aver subito i contraccolpi minori.
La settimana della moda di Londra è senza dubbio la più colpita, ridotta ormai a un esiguo elenco di brand poco affermati. Scorrendo i nomi presenti nel calendario della London fashion week (5-8 gennaio) si leggono marchi spesso sconosciuti al pubblico internazionale. Appena 24 sfilate, tra le quali spicca solo Vivienne Westwood, in un mare di presentazioni ed eventi. Almeno una dozzina le defezioni rispetto alla scorsa stagione: dopo l’esperienza da guest durante l’ultima edizione di Pitti Uomo JW Anderson abbandona la sfilata nella capitale inglese. Assente anche Hackett London. Tra le conferme ci sono Craig Green, Band of Outsiders, Wood Wood e Chalayan. Ma i grandi esponenti della moda britannica hanno ormai scelto la formula co-ed durante la kermesse femminile, vedi Burberry, o, come Alexander McQueen e Paul Smith, preferiscono Parigi.
La situazione d’oltremanica rispecchia l’attuale emergenza degli altri calendari, in primis New York. Sebbene non sia ancora stato diramato il programma ufficiale la New York fashion week: men’s soffre da alcune stagione del medesimo assenteismo, Raf Simons resta l’unico nome davvero interessante circondato da griffe esordienti, emergenti o affermate principalmente negli Stati Uniti.
Meno gravi, ma minacciate dal dilagante fenomeno co-ed, le situazioni di Milano e Parigi. Finora all’ombra della Madonnina resistono i marchi specializzati come Ermenegildo Zegna, Andrea Pompilio, Dirk Bikkembergs, Daks, Billionaire. Alcune maison hanno scelto di allestire la passerella co-ed durante le sfilate uomo (vedi Diesel Black Gold e Dsquared2) ma, nonostante la presenza di big names quali Giorgio Armani, Prada, Versace e Fendi, sono sempre più numerosi i brand che scelgono di unificare le passerelle in favore della manifestazione femminile: Gucci, Jil Sander, Salvatore Ferragamo, Antonio Marras, Missoni, Etro e Trussardi. Specularmente, a Parigi, Saint Laurent e Balenciaga preferiscono la co-ed nei giorni del womenswear rendendo meno appealing i cinque giorni di moda maschile.