L’alto di gamma continuerà a crescere, ma sarà scalzato dal segmento premium ed ‘entry to luxury’. Questo quanto emerso dalla settima edizione dello studio annuale di EY, The luxury and cosmetics financial factbook, il quale analizza lo scenario del settore dei beni di lusso personali, a livello globale. Nel 2016, il mercato dei personal luxury goods ha raggiunto i 318 miliardi di euro e ci si aspetta una crescita del 3,6% nel periodo 2016-2020. A fare da traino, però, sarà il segmento premium ed entry to luxury, il cui valore nel 2016 si è attestato a quota 101 miliardi, e per il quale si prospetta un tasso annuo composto di crescita del 6%, contro un incremento di “appena” il 3,4% dell’alto di gamma.
A contribuire alla spinta dell’entry to luxury, la crescita della classe media cinese (5,1 miliardi di persone nel 2030), la quale incontra in questo segmento il primo accesso all’universo lusso. A ciò si aggiunge il cambio delle abitudini d’acquisto dei consumatori che non solo non sono più fedeli a un solo brand, ma nemmeno a un unico segmento, spaziando dal lusso fino al fast fashion. Il lusso, dal canto suo, ha aumentato notevolmente i prezzi (circa 3 volte dal 2010 al 2016) e, nel frattempo, si è fatto largo il fenomeno della casualization che vede il casual, appunto, sdoganato nelle più disparate attività, anche nelle più formali.
A trainare la crescita in entrambi i segmenti, saranno gli accessori, con un focus particolare sulle scarpe (+11% per il lusso e +7% per il premium ed entry to luxury). L’attenzione, inoltre, virerà dalla nazione alla nazionalità. Se infatti Stati Uniti ed Europa rimangono le due big (rispettivamente con 131 e 109 miliardi di euro), il consumatore cinese sta diventando la terza “nazione” per importanza, con un valore che supera i 100 miliardi.