Michael Kors batte le stime nel trimestre e alza la guidance per l’esercizio 2018. Il gruppo americano ha chiuso i tre mesi al 30 settembre scorso con ricavi in crescita del 5,4% per 1,15 miliardi di dollari, superando le attese di Wall Street, ferme a 1,05 miliardi. Michael Kors ha inoltre registrato profitti netti per 202,9 milioni di dollari, 1,32 dollari per azione, in rialzo del 20,6% dai 160,9 milioni (95 centesimi per azione) dello stesso periodo dell’anno scorso. Guardando all’intero semestre, le vendite della griffe a stelle e strisce hanno segnato una progressione da 2,01 a 2,08 miliardi di dollari, mentre i profitti sono cresciuti da 308 a 328,4 milioni.
“Per Michael Kors Holdings – ha dichiarato in una nota ufficiale John D. Idol, chairman e CEO del brand – è un periodo di grandi trasformazioni perché stiamo definendo i confini globali del nostro luxury group dopo la recente acquisizione di Jimmy Choo. Unendo le forze di questi due marchi possiamo aumentare le nostre possibilità di crescita, diversificare l’offerta e i mercati di riferimento e, ancor più importante, creare le condizioni per altre acquisizioni”. Il numero uno della società ha indicato i tre i pilastri su cui si basano le strategie di Michael Kors nel piano di sviluppo Runway 2020: innovazione di prodotto, customer experience ed engagement della clientela.
La fashion house, il cui titolo ha chiuso la seduta di ieri in crescita di oltre il 14% a Wall Street (segnando la migliore performance degli ultimi 18 mesi), ha alzato la guidance per il 2018, stimando ricavi per circa 4,59 miliardi, di cui tra 215 e 225 milioni generati da Jimmy Choo, meglio dei 4,28 miliardi previsti in precedenza. L’utile è atteso tra 3,85 e 3,95 dollari per azione, in rialzo rispetto la precedente stima tra 3,62 e 3,72 dollari.