Un calo del 5% sia nell’esercizio 2017 sia in quello del 2018, per poi ritornare in crescita a partire dal 2019. Giorgio Armani, in un’intervista al Corriere della Sera-L’Economia ha rivelato le prospettive per i prossimi anni del suo gruppo, chiarendo anche i dettagli riguardanti la Fondazione attraverso la quale sarà gestito il delicato processo di successione.
Dopo un 2016 archiviato con un fatturato in calo del 5% a 2,511 miliardi di euro, lo stilista-imprenditore ha dichiarato di prevedere di replicare la stessa performance negativa per entrambi i prossimi esercizi fiscali, con l’obiettivo di tornare a segno più nel 2019. Una crisi che Armani definisce “pilotata” e conseguente alla decisione di portare in house il marchio A|X Armani Exchange nel 2014 e di riposizionarlo: “Riducendo la distribuzione per creare le condizioni di un nuovo sviluppo. Ma senza rompere dall’oggi al domani legami con nostri partner storici, ci vuole il giusto tempo e il giusto tempo ha dei costi”, ha precisato Armani, che ha aggiunto che nel 2017 la liquidità è salita a 1 miliardo di euro dai precedenti 881 milioni.
Il designer ha inoltre illustrato le caratteristiche della Fondazione che, da un lato, reinvestirà capitali a scopo benefico, e, dall’altro, garantirà l’equilibrio della capogruppo Giorgio Armani SpA, di cui la Fondazione detiene al momento lo 0,1 per cento. Il piano di successione, come confermato da Armani in persona, prevede il trasferimento di parte della società alla Fondazione, mentre il resto del capitale sarà ripartito tra gli eredi che potranno eventualmente liquidare la propria quota cedendola direttamente alla Fondazione.
Tra i prossimi obiettivi, il consolidamento sul fronte digitale (è previsto l’arrivo di un nuovo manager che coordinerà questa divisione) grazie anche al lancio, previsto per i prossimi giorni, del nuovo sito realizzato con la collaborazione di Yoox Net-a-Porter, e nell’area accessori, con l’intento di portare questo segmento al 30% del fatturato dall’attuale 15 per cento. Per quanto riguarda la propria partecipazione in Luxottica, Armani ha dichiarato che la sua quota del 5% scenderà al 2,5% dopo la fusione con Essilor.