Coach Inc. sceglie il nome Tapestry per sottolineare la sua evoluzione da marchio accessibile a conglomerata del lusso. Il gruppo statunitense ha annunciato ieri il rebranding, frutto di una ricerca durata tre mesi in collaborazione con l’agenzia Carbone Smolan, che si tradurrà il prossimo 31 ottobre con il debutto del nuovo simbolo TPR a identificare le azioni del gruppo sul New York Stock Exchange.
Uno step ormai obbligato per l’azienda, che negli ultimi anni ha avviato una profonda trasformazione del proprio business: da un lato, rivoluzionando il marchio Coach da un brand di accessori dal prezzo contenuto a una griffe total look alto di gamma, dall’altro iniziando una campagna di acquisizioni che ha sancito l’ingresso nel proprio portfolio dei marchi Stuart Weitzman e Kate Spade.
“Siamo in un momento cruciale della nostra trasformazione, che ci ha portato a diventare da un retailer monobrand a una casa di moda di marchi emozionali e desiderabili”, ha spiegato il CEO di Tapestry Victor Luis. “Ognuno dei nostri brand ha proposte uniche e risponde a differenti sensibilità fashion all’interno di un mercato globale di 80 miliardi di dollari nei segmenti borse, scarpe e outerwear. Cercavamo un nome che esprimesse i nostri valori e allo stesso tempo le differenze culturale dei nostri brand e delle persone che vi lavorano nel presente e nel futuro. Tapestry (che in italiano significa “arazzo”, ndr) è un nome che parla di creatività, artigianalità, autenticità e inclusione. Abbiamo creato una forte e distinta identità d’azienda, che darà la possibilità ai nostri marchi di esprimere le proprie personalità e il proprio linguaggio ai consumatori”.
Il nuovo nome, per il momento, non sembra aver raccolto molti consensi. Nella seduta di ieri le azioni del gruppo hanno ceduto circa il 3% e sui social network le reazioni negative al rebranding non sono tardate. In un’intervista a Wwd, Luis ha attribuito le critiche alla possibilità che molti consumatori abbiano interpretato cambio di nome dei tre marchi nel portfolio: “Si tratta di un momento passeggero. Questa denominazione in realtà protegge le identità dei nostri brand”.