Stella McCartney continua il proprio impegno sostenibile che, per il secondo anno di seguito, viene calcolato nell’Environmental Profit and Loss Account (Ep&l), ovvero il report che monetizza l’impatto ambientale del brand. “Siamo molto felici di annunciare che il trend di riduzione dell’impatto ambientale in relazione alla crescita del business continua”, riporta il documento che mette in luce come la perdita ‘environmental’, dando un valore monetario agli impatti dell’attività, si stima a 6,97 milioni di euro per il 2016, in aumento di “solo” il 2% rispetto ai 5,5 milioni del bilancio 2015 e, soprattutto, rispetto alla crescita dell’intero business. Ciò è dovuto al fatto che l’impatto ambientale associato all’aumento delle vendite e della produzione è stato ampiamente compensato dalla riduzione dell’impatto associato all’uso di materie prime, le quali contano per il 62% del risultato totale dell’Ep&l. Nel 2016, infatti, la quantità totale di materie prime utilizzate è stata superiore del 5% rispetto a quella dell’anno precedente, ma l’impatto della loro lavorazione nella filiera si è ridotto dell’8 per cento. Non solo, dal 2013, anno in cui Kering ha realizzato il primo bilancio Ep&l, l’impatto ambientale per kg di materiali usati è diminuito anno per anno e, nel complesso, si è ridotto del 37 per cento (figura 1).
L’impegno di Stella McCartney si realizza anche nella scelta dei propri partner. Il brand infatti ha recentemente stilato un accordo con l’israeliana Tipa, la quale sviluppa e produce imballaggi utilizzando materie prime naturali, così da sostituire i propri contenitori industriali con le soluzioni offerte della startup, le quali possono confluire nel compost e venire così facilmente smaltite.