Burberry rivede la sua politica di bonus per i top manager, ed evita una nuova rivolta degli azionisti durante la sua assemblea generale “grazie” al rifiuto di Christopher Bailey del suo premio annuale. La politica degli incentivi del gruppo inglese è sotto tiro dal 2014, quando venne bocciata (con una delibera non vincolante) da oltre la metà degli azionisti. Negli anni successivi, la polemica è stata controllata grazie al fatto che Bailey non si è inserito tra i manager con diritto al bonus, viste le performance negative del gruppo. La stessa cosa, Bailey ha deciso di fare in vista dell’assemblea di quest’anno.
Ma questa volta Burberry è andata più a fondo. Per evitare gli scontri tra gli azionisti che sono accaduti in passato, l’azienda sta anche rivedendo la propria politica di bonus: nel dettaglio, infatti, è previsto un taglio del 10-15% dell’aumento massimo dello stipendio annuale dei top manager ed è stato inoltre proposto un bonus pari al doppio del salario base e non più 2,25 volte come previsto in precedenza. In più, il moltiplicatore per il bonus relativo alle performance “eccezionali” non sarà più 6 ma 3,75, così come il premio massimo per quelle “normali” sarà abbassato da 4 a 3,25 volte.
Bailey, che dopo l’arrivo di Marco Gobbetti alla poltrona di CEO manterrà l’incarico di direttore creativo e continuerà a percepire uno stipendio annuale di 1,1 milioni di sterline (circa 1,26 milioni di euro al cambio attuale), si prepara comunque a intascare una buonuscita dal valore di 10,5 milioni. Alle sue dimissioni da amministratore delegato, infatti, gli saranno corrisposte 600 mila del milione di azioni che gli erano state assegnate nel 2013 a un valore di 17,65 sterline per azione, mentre non è ancora noto quando gli sarà consegnata la restante parte. Martedì, giorno della pubblicazione dell’annual report, le azioni di Burberry hanno perso il 3,5% dopo che gli analisti hanno affermato che sono necessarie “scelte più coraggiose” da parte dell’azienda.