Nel 2016 l’export dei jeans made in Italy ha segnato un +4,4% per un valore di 733,6 milioni di euro. A rivelarlo sono i dati raccolti dal centro studi di Smi-Sistema moda Italia, che spiegano come la Germania si confermi piazza di riferimento con un’incidenza del 17,8% e vendite che lo scorso anno hanno messo a segno un +11%, seguita da Francia (+8,5%), Regno Unito (+4,3%) e Spagna (+16,8 per cento). Quanto alle importazioni di pantaloni in tela di Genova, nei dodici mesi la progressione è stata del 2,3% per 585,4 milioni di euro, con Tunisia, Bangladesh e Turchia che rinnovano il loro ruolo di produttori di denim anche per le griffe italiane. Con l’inizio del nuovo anno, evidenziano sempre di dati di Smi, esportazioni e importazioni di jeans hanno però invertito la rotta, registrando rispettivamente, per il periodo gennaio-febbraio 2017, un calo del 4,2% a 140,8 milioni di euro e un -4,1% a 108,4 milioni. Le vendite estere hanno perso il 2,8% all’interno dei confini dell’Unione Europea, mentre nei Paesi extra UE il la flessione è stata del 7,7 per cento.
Guardando infine ai tessuti in denim, nel 2016 le importazioni sono calate dell’11,5%, mentre l’export ha perso l’8,7 per cento. Nei primi due mesi dell’anno in corso, infine, le immissioni di merci estere hanno confermato il segno meno (-6,8%), mentre le esportazioni hanno guadagnato 12,7 punti percentuali, palesando un doppia velocità dentro (-9,5%) e fuori (+20,5%) dall’Unione Europea.