Il megastore H&M in Piazza San Babila a Milano, un simbolo del colosso svedese, che nel 2003 iniziò proprio da qui la propria espansione in Italia, chiuderà i battenti il 31 di luglio, a saldi conclusi. Ma non sarà l’unico negozio a essere dismesso: sempre a Milano, verrà chiuso quello di corso Buenos Aires (angolo San Gregorio), e la stessa sorte toccherà anche al negozio presso il centro commerciale Cremona Due e a quello del Centro le Barche di Mestre.
Quattro negozi chiusi per un totale di 95 esuberi: il colosso svedese, nonostante continui il proprio programma di aperture nel nostro Paese (sono state tre da inizio anno e ne sono previste altre nei prossimi mesi), ha deciso di seguire la strada del licenziamento collettivo per il personale di questi negozi. La strategia, secondo quanto raccolto da Pambianconews, sarebbe quella di privilegiare i contratti a chiamata rispetto alle assunzioni.
L’azienda, contattata da Pambianconews, ha confermato la data di chiusura e ha sottolineato come “la decisione di chiudere i punti vendita sia legata alla sostenibilità economica di questi specifici negozi. Il settore retail è in continua evoluzione e l’azienda deve adeguarsi a questi cambiamenti”. H&M si è inoltre impegnata “a trovare le migliori soluzioni possibili attraverso un costante dialogo con i sindacati. Tutti i casi saranno gestiti in maniera conforme alla legge e nel rispetto delle politiche interne e dei valori dall’azienda”. Per quanto concerne il contratto a chiamata, ha inoltre precisato che si tratta di “un contratto di lavoro previsto dalla legge e al quale H&M ricorre, insieme ad altre forme contrattuali, al fine di trovare la miglior soluzione organizzativa per rispondere all’evoluzione del mercato, sempre nel rispetto dei diritti delle persone, della normativa e dei valori aziendali”.
La scelta di chiudere i negozi in questione potrebbe essere imputabile all’alta concentrazione di negozi H&M nelle zone delle chiusure: il marchio ha di recente inaugurato un maxi store da 6 piani proprio in corso Buenos Aires, al civico 8 e solo a poche centinaia di metri dal negozio all’angolo con San Gregorio che chiuderà e a breve distanza da un altro store, al civico 56-58. Vicino a Piazza San Babila, invece, H&M ha inaugurato in Piazza Duomo nel 2014 un altro mega store.
In ogni caso, i sindacati sono già sul piede di guerra. In un comunicato hanno definito “grave e inaccettabile” l’apertura della procedura di licenziamento collettivo per i 4 punti vendita da parte di H&M “che non versa certo in una situazione di crisi” . La dichiarazione di esuberi, secondo i sindacati, “risulta se possibile ancora più ingiustificata in considerazione della forte attività di espansione sostenuta dall’impresa, anche in relazione alla recente apertura di diversi punti di vendita a livello di gruppo e del ricorso spropositato e strutturale al lavoro a chiamata”.
A Milano, non si tratta della prima chiusura: nel 2013, H&M aveva lasciato Piazza Duomo e nei locali in precedenza occupati dal marchio era subentrato un altro brand della catena, & Other Stories. In quella occasione, però, era stato aperto un dialogo per ricollocare tutti i lavoratori coinvolti. Questa volta no: nonostante si ventili l’ipotesi che lo store H&M in Piazza San Babila sarà tenuto in affitto per essere riconvertito in una nuova label sempre del gruppo svedese, in arrivo in Italia l’anno prossimo (si parla di Cheap Monday, Monki o Weekday), i dipendenti non saranno i medesimi. L’azienda non ha commentato queste ipotesi.
Ma non è l’unica novità: sempre secondo quanto raccolto da Pambianconews, da dicembre tutti gli uffici centrali, fino ad oggi basati a Roma, si sposteranno a Milano. Anche su questo punto l’azienda ha preferito non commentare.