Nessun debutto “in strada” per la collaborazione tra Louis Vuitton e Supreme. E a deciderlo non è stata né la maison francese né il marchio streetwear statunitense, ma un comitato cittadino particolarmente agguerrito. Dopo le immagini circolate su Instagram che davano per certa l’apertura di un pop up store in Bond Street a New York, e una serie di iniziative su strada per il lancio della collezione, è arrivata la protesta dell’associazione degli abitanti della zona che, dopo essersi riuniti l’8 e il 18 maggio, hanno negato all’unanimità l’autorizzazione per le “street activities” previste inizialmente tra il 29 giugno e il 2 luglio al civico 25 della via, all’angolo tra Lafayette e Bowery.
A non convincere il comitato cittadino, l’incapacità da parte di Supreme di fornire un piano dettagliato sull’evento che, secondo le previsioni, avrebbe potuto raccogliere oltre mille persone e che avrebbe quindi creato caos in una via piuttosto tranquilla. Le intenzioni iniziali del marchio erano quelle di chiudere l’accesso alla via per quattro giorni (il pop sarebbe stato effettivamente aperto solamente per 48 ore), un progetto che però non sarebbe mai stato comunicato né ai negozianti della via né ai cittadini, preoccupati di non riuscire a raggiungere le proprie abitazioni. A tranquillizzare gli abitanti non è servito nemmeno il fatto che Supreme avesse già ingaggiato una ventina di addetti alla sicurezza.
Il passato di Supreme, di certo, non ha aiutato a convincere il quartiere della propria buona fede. Il marchio, infatti, ha infranto almeno quattro volte il regolamento previsto per le attività di strada a New York dando vita a degli eventi nei parchi cittadini non autorizzati.