Il futuro del lusso nell’area del Golfo Persico si confronta con l’epoca digitale. Questo il tema del quinto White Paper presentato dal Gruppo Chalhoub, colosso della distribuzione di lusso con sede a Dubai, dal titolo ‘Il lusso nella regione del Consiglio di Cooperazione del Golfo (Ccg): l’era della digitalizzazione?’, presentato ieri a Milano. In particolare, il report ha fatto emergere come nel 2015, nell’area indicata, l’e-commerce di lusso si sia fermato a ricavi tra i 200 e i 230 milioni (contro i 17,73 miliardi globali), ovvero il 2,5% delle vendite luxury totali nel Ccg. Un dato che si dimostra ancora acerbo rispetto alla media negli altri Paesi ma che, secondo le stime, è destinato a crescere, toccando quota 1,5 miliardi entro quattro anni, nonostante il recente rallentamento dell’economia nell’area. Una svolta che potrebbe essere riconducile anche al profilo demografico, dove circa la metà della popolazione è costituita da millenials e nativi digitali.
“Il tasso di penetrazione dell’e-commerce nella regione del Ccg è trascurabile, rappresentando l’1,3% del retail rispetto al 15-18% di Paesi come gli Stati Uniti, la Cina e il Regno Unito”, ha commentato il magnate arabo Mohamed Alabbar. “Tuttavia riteniamo che la regione sia pronta ad accogliere la rivoluzione dell’e-commerce: i tassi di penetrazione di internet e degli smartphone sono tra i più alti di tutto il mondo, la popolazione è giovane (quasi il 50% ha meno di 24 anni) ed esperta di tecnologia, il reddito pro capite è elevato e la domanda di servizi di e-commerce è solida. Il lancio di Noon e l’aumento della concorrenza che ne è derivato dovrebbero contribuire allo sviluppo del retail nella regione nel suo insieme, creando nuovi posti di lavoro e aiutando gli operatori locali a espandere la propria presenza sul mercato”.