Dopo la sfortunata esperienza di Alibaba, un altro colosso cinese dell’e-commerce, Jd.com, tenta una strada alternativa per il riconoscimento internazionale dei propri sforzi sulla tutela della proprietà intellettuale. Il portale b2c guidato da Liu Qiangdong, infatti, ha annunciato l’ingresso nell’American Apparel & Footwear Association (Aafa), al fine di garantire l’autenticità dei luxury goods sempre più popolari tra i consumatori cinesi.
L’Aafa di Washington rappresenta più di mille brand, tra cui Gap, Tommy Hilfiger, Levis, Calvin Klein e Marc Jacobs.
Tuttavia, la decisione di ammettere Jd.com nei propri ranghi potrebbe, secondo quanto spiegato a The Fashion Law dalla World Trademark Review, “suscitare il malcontento di altri membri”, esattamente come è accaduto per Alibaba e l’International AntiCounterfeiting Coalition, associazione antifalso anch’essa di Washington. Ai tempi dell’ingresso del colosso fondato da Jack Ma nell’organizzazione, infatti, molte griffe, tra cui Michael Kors, Tiffany e Gucci America, avevano deciso di uscirne, in risposta a una scarsa coerenza. Allora, infatti, Alibaba aveva in corso battaglie in tribunale con diversi marchi del lusso.
Dalla sua Jd.com vanterebbe però il controllo diretto dell’intera supply chain e quindi la possibilità di maggior controllo sui prodotti in vendita. Secondo quanto si legge su Forbes, “quasi tutti i prodotti in vendita su Jd.com provengono da un network di 234 magazzini. Il resto è venduto dagli stessi brand, dai loro distributori e business registrati. Il portale gestisce inoltre tutte le consegne”.