Primo rosso dai tempi della quotazione per Under Armour che, nel primo trimestre 2017, segna una perdita netta di 2,3 milioni di dollari (circa 2,1 milioni di euro), a fonte di un utile di 19,2 milioni del corrispondente periodo del 2016. I risultati hanno comunque battuto le aspettative di Wall Street, che stimava un passivo di 4 centesimi per azione, contro il rosso di 1 centesimo per azione registrato, portando il titolo a +9,94% in chiusura di seduta.
In progressione del 7%, invece, il giro d’affari, che nei tre mesi ha toccato quota 1,1 miliardi di dollari, riflettendo il +4% del business wholesale e il +13% dei ricavi direct-to-consumer. Nell’ultimo anno il gruppo guidato da Kevin Plank ha perso quote di mercato a vantaggio dei competitor Nike e Adidas, accusando collezioni dal limitato appeal. Il brand, il cui titolo, negli ultimi 12 mesi ha lasciato sul terreno oltre il 50% del valore, ha inoltre diffuso stime ottimistiche per il 2017 che dovrebbe chiudersi con un fatturato in aumento tra l’11% e il 12% a 5,4 miliardi d dollari.
“I risultati trimestrali sono in linea con quanto ci aspettavamo”, ha dichiarato in una nota ufficiale il CEO del gruppo di Baltimora, precisando come il team si stia concentrando sull’innovazione dell’offerta. Secondo quanto riferito dal Financial Times, Randal Konik, analista di Jefferies, avrebbe inquadrato i dati come “prova del fatto che Under Armour è ancora in grado di imporsi tra i pochi brand che contanto nel segmento athletic”, opinione che si oppone a quella di Jp Morgan, secondo cui il marchio non può ancora definirsi “fuori dai guai”.