François-Henri Pinault non fa più parte del consiglio d’amministrazione di Puma. Il numero uno di Kering non era nella lista proposta dalla controllante francese all’assemblea di ieri del gruppo di sportswear, assemblea che ha votato il nuovo CDA. La rinuncia di Pinault all’incarico di vicepresidente del board di Puma ha riportato in auge l’ipotesi della prossima cessione, da parte del gruppo del lusso, della controllata tedesca.
La lista dei membri del board di Puma comprendeva sei candidati (Jean-François Palus,Thore Ohlsson, Jean-Marc Duplaix, Béatrice Lazat, Martin Köppel e Gernot Heinzel), contro i nove precedenti.
Le speculazioni sulla possibile cessione del gruppo di Herzogenaurach si susseguono da diversi anni, di volta in volta smentite da François-Henri Pinault che lo scorso giugno, in un’intervista al Financial Times, aveva dichiarato di “non voler vendere Puma nel breve termine”, parole che tuttavia non escluderebbero l’operazione nel futuro. Kering ha acquisito il marchio tedesco nel 2007 al prezzo di 330 euro per azione, in un deal che valutava Puma 5,3 miliardi di euro.
Puma ha chiuso il primo trimestre con ricavi in crescita del 15% per oltre 1 miliardo di euro, contro gli 852 milioni dello stesso periodo del 2016. L’ebit ha registrato un +70%, toccando i 70 milioni. Forte di questi risultati il marchio ha stimato che il giro d’affari dell’intero esercizio fiscale dovrebbe vedere un incremento “low double-digit”, quindi attorno al 10%, contro una precedente stima di crescita high single-digit.