Per la prima volta in 28 anni di attività, American Apparel inizierà a produrre fuori dagli Stati Uniti. A dare la notizia è il New York Post, precisando come, secondo quanto riferito da fonti vicina all’azienda, il brand abbia recentemente dirottato la produzione di alcuni articoli in Honduras e Nicaragua. Gildan Activewear, che lo scorso gennaio si è aggiudicato l’asta fallimentare di American Apparel per 88 milioni di dollari, avrebbe inoltre confermato alla testata newyorkese che etichette con la dicitura ‘made in Honduras’ e ‘made in Nicaragua’ saranno presenti sui vestiti da quest’estate.
Ad oggi Gildan è già presente in America Centrale con fabbriche di tessuti e confezioni. “Le t-shirt prodotte in questi Paesi – si legge sul New York Post – sono quelle indirizzate alla divisione wholesale e alla vendita a clienti aziendali, inclusi quelli che stampano magliette per i concerti”. Secondo quanto riferito da Garry Bell, portavoce di Gildan Activewear, questi clienti sarebbero infatti molto più “price sensitive”. Quanto al resto della produzione, tradizionalmente localizzata in California, l’azienda non ha avrebbe ancora fornito direttive per il futuro. In fase d’asta, inoltre, Gildan Activewear non ha acquisito nessuno dei 110 store della griffe, prendendo il controllo del solo brand e di parte delle attività di manifattura. Dai negozi originari, American Apparel sarebbe ora scesa a 72 vetrine attive, anche queste prossime alla chiusura.