A confermare il trend di crescita del mercato (+2%) sono i rivenditori di fascia alta. Ancora limitata l’incidenza dell’e-commerce, in attesa di regole condivise.
Dopo il calo di fatturato registrato nel periodo 2008-2013, la stabilizzazione del 2014 e il ritorno alla crescita nel 2015 con un +0,9%, la stima per l’intero 2016 del retail italiano dell’arredo è di una progressione superiore al 2 per cento”. A inquadrare la congiuntura della distribuzione indipendente di arredamento in Italia sulla base degli ultimi dati Istat disponibili (a novembre 2016 le vendite al dettaglio registrano un aumento dello 0,8% in valore e dello 0,7% in volume: tra i prodotto non alimentari l’incremento tendenziale più sostenuto riguarda mobili, articoli tessili e arredamento a +2,2%, ndr) è Mauro Mamoli, presidente di Federmobili, che evidenzia inoltre l’emergere di precisi trend di consumo: dalla personalizzazione delle proposte alla multicanalità, dall’ancor moderata incidenza dell’e-commerce agli stranieri come target ad alto potenziale. Queste le sfide con cui i principali player del settore devono fare i conti, forti della qualità del made in Italy e della spendibilità del ‘modo italiano’ di vivere e arredare la casa. “La proposta dei negozi di arredamento – ha continuato Mamoli – soprattutto se inquadriamo la fascia alta, dimostra di aver superato la suddivisione in corner per ogni brand a vantaggio di mix che creano un ambiente casa. Questo tipo di shopping experience è un vantaggio soprattutto agli occhi dei consumatori stranieri”. L’estero tuttavia è anche il banco di prova della sinergia tra distributori e aziende, con queste ultime talvolta penalizzate dalla sovrapposizione dei rispettivi canali di vendita oltreconfine. Il comparto del resto trova oggi la sua forza nell’export, con il mobile italiano in crescita su tutti i mercati internazionali: secondo i dati elaborati dal centro studi di Federlegno Arredo, tra gennaio e ottobre 2016 le vendite all’estero hanno superato gli 11 miliardi di euro, con incrementi significativi in Cina (+18,4%), Stati Uniti (+8,1%) e Francia (+5,3%). Per i retailer indipendenti gli affari con l’estero si concludono comunque in Italia, negli showroom di riferimento, dove privati da tutto il mondo affidano l’interior design della proria casa ai diversi team di professionisti che saranno poi in grado di consegnare i prodotti e seguire le fasi di sviluppo del progetto in loco. “Dal 2002 – ha raccontato a Pambianco Design Stefano Cazzaniga, export manager di Interni Mobili e Design – l’apertura ai mercati stranieri ci ha permesso di mantenere un trend di crescita anche negli anni della crisi, perché nuovi volumi di business si sono sommati alla domanda del mercato italiano”. Il gruppo di Verano Brianza che oggi conta 11 showroom in Italia ha chiuso il 2016 con un fatturato di circa 35 milioni di euro, in crescita del 25% rispetto al 2015. “L’incidenza del mercato italiano è oggi pari al 45% – ha continuato Cazzaniga – mentre le vendite estere hanno una distribuzione omogenea in tutto il mondo, con Emirati Arabi e Far East tra le piazze più ricettive del prodotto italiano negli ultimi anni”.
A rafforzare l’immagine del made in Italy a livello internazionale, riconosce l’azienda, ha contribuito negli anni il Salone del Mobile, con un’attività di comunicazione che oltre agli addetti ai lavori ha saputo avvicinare anche clienti privati da tutto il mondo. Tra le diverse tipologie di progetto realizzate dall’azienda anche grosse commesse residenziali, che tuttavia, ha precisato l’architetto, “si differenziano dal classico contract per l’elevato grado di personalizzazione delle proposte”. Il su misura è inoltre al centro della Interni Design Experience, pensata per la fascia più alta di consumatori, che possono scegliere di farsi affiancare da un consulente in tutte le fasi di sviluppo del progetto, dall’impiantistica alla scelta di materiali e tessuti. Ad oggi Interni non si avvale del canale e-commerce, ma sul proprio sito, oltre alla consultazione del catalogo, permette di verificare la disponibilità di mobili e arredi per cui è previsto un servizio di quick delivery. “La multicanalità e l’e-commerce avranno un ruolo sempre maggiore anche per il nostro settore in futuro – ha concluso Cazzaniga -, ma prima di approdare online vorremo ci fosse un regolamentazione approvata e in linea con quella dei fornitori più importanti. L’esistenza di listini e modalità di vendita in conflitto sarebbe infatti un danno per tutto il settore”. In linea anche le dichiarazioni di Ercole Salvioni, titolare di Salvioni Design Solutions, attualmente presente online solo con il portale istituzionale e cauto rispetto alla possibilità di vendere via web, soprattutto per la difficile gestione dei resi. L’azienda ha da poco aperto, in via Durini 3, il suo primo showroom milanese, che va ad affiancarsi all’headquarter di Inverigo, in provincia di Como, e allo showroom di Lugano, in Svizzera. “Milano – ha spiegato Salvioni a Pambianco Design – è uno dei punti di riferimento del nostro settore, oggi è strategico ed essenziale essere qui. Nel nuovo showroom di 1.100 metri quadrati ricreiamo cinque diversi appartamenti indipendenti. L’obiettivo futuro è quello di essere un negozio in grado di curare il progetto di interior design dall’arredamento all’oggettistica”. Una proposta completa che si basi sul gusto italiano è per Salvioni il vantaggio competitivo dei retailer italiani su scala internazionale. L’azienda ha archiviato il 2016 con un giro d’affari di 23 milioni di euro contro i 20,5 dell’anno precedente, generati per il 42% dal mercato domestico con circa 3.500 contratti in un anno. Esercizio fiscale in crescita anche per Mohd – Mollura Home Design, azienda siciliana nata nel 1944 come Fabbrica Artigiana Mollura e ora attiva nella regione con tre punti vendita (uno a Catania e due a Messina), che nel 2016 ha registrato un incremento di fatturato del 35%, toccando quota 16 milioni di euro. “L’Italia – ha dichiarato a Pambianco Design Gianluca Mollura, AD di Mohd – si conferma per noi mercato di riferimento.
L’estero genera il 45% del fatturato, con l’Europa che incide per il 60%”. L’azienda ha curato progetti e realizzazioni di spazi in Inghilterra, Francia, Belgio, Austria, America, Australia, per clienti italiani e locali. L’imprenditore ha inoltre spiegato come il contract di ridotte dimensioni, legato, per l’azienda, a progetti di arredo per bed & breakfast, lounge bar e uffici, sia oggi tra i driver di crescita di Mohd, che attualmente si avvale di un team di 10 architetti interni e quasi 50 collaboratori totali. Limitata invece l’incidenza sul fatturato dell’e-commerce (l’azienda non ha fornito una percentuale precisa), progetto attivo dal 2011, ma che oggi è soprattutto un mezzo per avvicinare il cliente allo store fisico: “Notiamo – ha continuato Mollura – che i clienti consultano i cataloghi online, ma poi scelgono lo showroom per concludere l’acquisto. I mobili del resto vanno visti e contestualizzati nella loro concretezza”. Punto di riferimento per la vendita di mobili d’alta gamma a Napoli, Via Manzoni 82 ha due punti vendita nel capoluogo campano. “La nostra azienda è nata 4 anni fa. Il giro d’affari ha registrato un incremento costante, culminato con un +60% dal 2015 al 2016”. A raccontarlo è Maurizio Nasti, amministratore unico dell’insegna precisando come il Bel Paese rappresenti la totalità del fatturato. Tracciando un profilo del consumatore con un’alta capacità di spesa, l’azienda registra un limitato ricorso al bonus mobili e una grande attenzione all’innovazione tecnologica: “Sempre più clienti investono sulla domotica. Se per lo stile e il design i distributori italiani hanno dalla loro un know how unico, oggi la sfida è il continuo progresso della parte tecnica. Anche in questo senso il consumatore è informato e selettivo”, ha concluso il manager.
di Giulia Sciola