Il 2015 si conferma come l’anno “eccezionale” per il settore dei preziosi in Italia. E, dopo un 2016 tutto sommato in tenuta nonostante l’andamento difficile da parte dei grandi gruppi internazionali di gioielli e orologi, le vendite italiane dovrebbero tornare a crescere. Sono i risultati dell’analisi sui fatturati 2015 dei principali gruppi italiani del settore, delle filiali delle aziende internazionali e sui più importanti rivenditori di hard luxury italiani, in pubblicazione sul numero in uscita di Pambianco Magazine e già pubblicata su Il Sole 24 Ore. Secondo i dati raccolti da Pambianco, nel 2015 le 15 principali filiali italiane dei big internazionali del settore per fatturato hanno segnato un progresso di ben 20 punti percentuali, sforando quota 1,5 miliardi di euro. Tutte le società analizzate hanno registrato performance positive a due cifre che confermano la vitalità del mercato italiano nel 2015. Al primo posto nella classifica per fatturato si piazza Rolex Italia con 446mila euro (+11%) che da sola rappresenta quasi un terzo del turnover totale dei top 15. Seconda posizione per Richemont Italia (+28,6%) mentre Pandora continua la sua corsa in Italia e replica anche nel 2015 con un +66% l’ottima performance che ha contraddistinto l’anno precedente guadagnandosi la medaglia di bronzo in termini dimensionali.
Più contenuta la performance di crescita delle 42 principali aziende italiane di gioielli e orologi nel 2015. Il panel di aziende considerate ha registrato un aumento dei ricavi del 3,7% passando dagli 1,678 miliardi del 2014 agli 1,74 dell’anno successivo. La classifica dei principali player italiani per fatturato 2015 vede al primo posto Stroili Oro con 262 milioni (in calo dell’1,1%), seguito da Morellato a 162 milioni di euro (+2,1%), Damiani a 155 milioni di euro (+3,2%), Uno a erre a 136 milioni (+15,5%) e Pomellato a quota 131 milioni (+10,6%).
In positivo anche i dati relativi ai 10 principali rivenditori italiani di gioielli e orologi, che hanno registrato una crescita del fatturato del 13,1% passando da 289 milioni a 327 milioni di euro. Se il 2015 sarà ricordato come l’anno di punta per le vendite di preziosi in Italia, il 2016 si conferma come quello della tenuta. La novità, però, è che di fronte al sensibile calo della domanda di orologi e gioielli da parte dei cinesi, il mercato ha visto il ritorno degli italiani che, dopo il mattone, riscoprono il settore dei preziosi come un bene rifugio e un investimento di lungo periodo. La performance sta continuando anche in questi mesi. Oltre alla crescita del consumo italiano, questo si prospetta come un anno chiave per il ritorno dei cinesi, la ripresa, seppure leggera, dei russi e la crescita della clientela nordamericana e del Medio Oriente.