Li & Fung archivia il 2016 in negativo, ma punta a raccogliere la sfida per il futuro dando il via un piano triennale per dare vita alla “supply chain del futuro”. Il colosso di Hong Kong, distributore di marchi fashion ma anche proprietario di griffe come Sonia Rykiel, Cerruti 1881 e Hardy Amies, ha registrato un calo dell’11% del proprio fatturato a 16,7 miliardi di dollari (circa 15,5 miliardi di euro), riportando un crollo dell’utile netto del 47% a 223 milioni di dollari, al di sotto delle stime degli analisti che avevano previsto profitti per 246 milioni. Risultati che, secondo il CEO Spencer Fung, rispondono soprattutto a un contesto retail sempre più in difficoltà, a cui l’azienda intende rispondere continuando a semplificare le proprie attività e a ridurre i costi.
Il 2017 per la conglomerata cinese segna anche l’avvio di un piano triennale per costruire una supply chain capace di aiutare i propri clienti per restare più competitivi in un contesto fortemente influenzato dal digital. Tra i partner ad aderire a questa visione il gruppo statunitense Pvh, a capo di Calvin Klein e Tommy Hilfiger, che ha annunciato nei giorni scorsi la decisione di modificare il proprio accordo di non esclusività in una partnership capace di dare più velocità ai processi e di raccogliere gli input dei consumatori nelle collezioni.