Sarà un consiglio a tre a guidare inizialmente la Fondazione Armani, ente costituito a fine 2016: Giorgio Armani, Pantaleo Dell’Orco, manager da sempre vicino allo stilista, e Irving Bellotti, banchiere di Rothschild. Lo stilista fondatore rimarrà in carica a vita. Secondo o documenti consultati da Radiocor, Armani ha dunque definito il complesso sistema di governance dell’entità che dovrà garantire continuità al suo progetto imprenditoriale. Accanto alle questioni strutturali, è stato studiato un piano in due fasi anche per quelle economiche. Per la prima fase, quella della costituzione, Armani ha girato lo 0,1% del capitale della sua Giorgio Armani, con un valore complessivo nominale di 10 milioni di euro, e in più le ha versato 200mila euro, di cui 40mila per un fondo di garanzia che dovrà essere “permanentemente investito in valori mobiliari non di rischio”. Per la seconda fase, quella in cui si presume che la Fondazioni diventi il proprietario del gruppo, è previsto che il suo patrimonio sarà costituito con ulteriori attribuzioni patrimoniali dello stilista, «anche a titolo di lascito ereditario o legato», oltre che da quanto inizialmente versato e da sue rendite, e da quanto erogato da soggetti e enti pubblici o privati, purché approvati dal cda.
Nei documenti consultati da Radiocor, si indica espressamente la “mission” che dovrà avere la Fondazione: “Assicurare l’attenzione all’innovazione, all’eccellenza, qualità e ricercatezza del prodotto”. L’approccio alle acquisizioni dovrà essere “cauto” e le eventuale operazioni dovranno essere volte esclusivamente a sviluppare competenze non esistenti internamente.
La Fondazione, entrando nel dettaglio dovrà “perseguire un adeguato livello di investimenti per lo sviluppo dei marchi, una gestione finanziaria equilibrata e un moderato ricorso all’indebitamento, oltre che un adeguato livello di reinvestimento degli utili nella società Giorgio Armani”. Non potrà, invece, distribuire utili e avanzi di gestione. Nei documenti della società, riporta l’agenzia, si indica che “è espressamente vietata ogni distribuzione, anche indiretta, di utili e avanzi di gestione e-o del patrimonio della fondazione. Eventuali utili e avanzi saranno impiegati per le attività istituzionali”.