Esercizio fiscale a doppia cifra per Jimmy Choo che, nel 2016, ha registrato ricavi per 364 milioni di sterline (circa 424 milioni di euro), in crescita del 14,5% a cambi correnti (+1,6% a tassi costanti) sul 2015, un ebitda di 59 milioni, +15,7% a cambi correnti, e utili netti adjusted per 24,3 milioni di sterline, in aumento del 27,9 per cento.
Guardando alle diverse aree geografiche, l’Asia (escluso il Giappone) si conferma mercato trainante, con una crescita del 33,4% (+19,2% a cambi costanti), seguita dal Giappone, a +31,8% (+6,2%), e dall’area Emea, a +16,3% (+6,3%). A perdere terreno è stata invece l’America, a -1,7 per cento. Ad oggi le calzature generano il 75% del fatturato del brand. La divisione “in crescita più rapida”, spiega la nota ufficiale, sarebbe invece quella maschile, pari al 9% del turnover.
Nei dodici mesi, la griffe fondata nel 1996 da Tamara Mellon e Jimmy Choo ha aperto 10 nuovi store, portandosi a quota 150 punti vendita nel mondo. In mattinata, il titolo di Jimmy Choo guadagnava oltre 3 punti percentuali alla Borsa di Londra.