Pandora chiude il 2016 registrando un fatturato a quota 20.281 milioni di corone danesi (circa 2,7 miliardi di euro), in crescita del 21% (24% in valuta locale) rispetto al 2015. L’utile netto si è attestato a 6.025 milioni di corone (circa 810 milioni di euro), contro i 3.674 milioni di corone (circa 494 milioni di euro) del 2015 mentre l’ebitda, in crescita del 27%, ha raggiunto quota 7.922 milioni di corone (circa 1.065 milioni di euro), corrispondenti a un margine del 39,1 per cento.
Circa il 50% dell’incremento del fatturato è frutto dei negozi aperti da più di 12 mesi, il restante, invece, dell’espansione della rete. Il fatturato generato dai negozi monomarca, inoltre, è cresciuto del 37% e corrisponde al 66% del fatturato totale.
Per quanto riguarda le aree geografiche, invece, le Americhe hanno registrato una crescita del 5% (6% in valuta locale), mentre l’Emea del 27% (33% in valuta locale). La regione Asia Pacific è cresciuta invece del 46% (48% in valuta locale). L’Italia, in particolare, ha chiuso il 2016 con un fatturato in aumento del 54%, raggiungendo i 2 miliardi di corone.
Come comunicato dall’azienda, il board of directors ha proposto di pagare 4 miliardi di corone (circa 538 milioni di euro) in dividendi nel 2017 , cui si aggiunge l’avvio da parte dell’azienda danese di un programma di share buyback per un valore di 1,8 miliardi di corone (circa 242 milioni di euro).
Per il 2017, Pandora prevede un fatturato di 23-24 miliardi di corone (circa 3-3,2 miliardi di euro) e un margine ebitda di circa il 38 per cento.
“Il 2016 è stato un altro ottimo anno per Pandora, un anno in cui abbiamo migliorato significativamente la presenza globale del nostro brand”, ha commentato Anders Colding Friis, CEO di Pandora. “Abbiamo mantenuto gli impegni presi e raggiunto diversi obiettivi significativi, inclusa l’apertura del negozio monomarca numero 2.000. La generazione del cash flow ha continuato a essere solida e proponiamo di quasi triplicare i dividendi totali nel 2017, portandoli a 36 DKK per azione (pari a circa 5 Euro). Ciò è sicuramente un segno di quanto fortemente crediamo nel business, ma è anche un allineamento del cash return alle preferenze dei nostri azionisti.”