Non è solo la Russia a riaccendere i motori. Anche i consumi in Cina e addirittura a Hong Kong, dopo un periodo difficile, riprendono quota, con un ritorno al segno positivo addirittura degli orologi nell’ultimo trimestre 2016, il primo dopo tre anni. A dirlo è un report di Exane Bnp Paribas, che sottolinea come durante quest’anno il Dragone dovrebbe tornare a “contribuire considerevolmente alla spesa globale nel settore lusso”. Sono diversi i segnali che stanno alla base di questa convinzione: su tutti, la trasformazione ormai definitiva del mercato, giunto a una fase di piena consapevolezza e pronto alla ricerca di nuovi input. Exane descrive i consumatori cinesi come “pronti a catturare i nuovi trend, giovani e desiderosi del cambiamento”. Lo dimostra l’emergere di marchi cinesi nel segmento premium, e l’accelerazione degli acquisti digitali. In questo scenario, la parola d’ordine per il lusso è: “Razionalizzazione delle reti vendita nella regione”. Ma la strategia, dice sempre il report, è stata già implementata. Quindi, anche le griffe sono pronte a cogliere l’occasione della ripartenza. Certo, su tutto aleggia anche il congresso quinquennale del partito, con importanti rinnovi nelle cariche di Governo, previsto in autunno. Ma, in generale, l’outlook del trend a 6-9 mesi “è positivo”. La banca d’affari cita Swatch, Burberry, Richemont e Prada come i marchi meglio posizionati nel Paese.