Elisabetta Franchi esordisce nel childrenswear con una linea pensata per bambine un po’ vanitose, vivaci e pronte a sfoggiare look da piccole fashioniste
Rappresenta uno dei brand italiani più femminili. Da sempre le sue collezioni donna mixano sensualità e spregiudicatezza. Dall’autunno/inverno 2017-18, lo stile di Elisabetta Franchi sarà protagonista anche di una linea kidswear, ‘Elisabetta Franchi La Mia Bambina’, presentata in anteprima durante l’84esima edizione di Pitti Bimbo.
Cosa le ha fatto scaturire il desiderio di dare vita a una linea kidswear?
Da bambina creavo i vestiti per le mie bambole e sognavo di vestire tutte le donne del mondo, così ho maturato il pensiero di iniziare a raccontare storie di stile anche per le bambine che, come me, indossando i miei capi, non vogliono smettere di sognare. Ritengo inoltre che il kidswear sia un settore molto importante per la mia azienda, in quanto naturale estensione del nostro lifestyle.
Cosa rappresenta per lei ‘Elisabetta Franchi La Mia Bambina’?
Questa linea rappresenta sicuramente un’ulteriore sfida di ampliare il mondo Elisabetta Franchi e il raggiungimento di un obiettivo, la chiusura di un cerchio: da bambina sognavo di vestire le donne e ora, da donna e mamma, desidero poter vestire le bambine, delle principesse moderne che vivono atmosfere magiche e glamour, attraverso la sartorialità, le linee essenziali e raffinate dei capi.
Qual è lo stile del marchio?
Lo stile di questa prima collezione è improntato sulla qualità e il dna che contraddistinguono la maison. I capi realizzati riflettono l’anima del brand con dettagli identificativi della donna, letti in chiave femminile e delicata. La bambina Elisabetta Franchi veste capi raffinati e mai scontati, adatti a tutte le occasioni, declinati in taglie da 4 a 14 anni.
Di quanti capi e stili si compone la prima collezione?
Questa prima collezione comprende 140 capi circa per l’abbigliamento, e 22 accessori, comprensivi di borse, patch e colletti per personalizzare ogni look. Tra le varie stampe, punto forte della collezione e del dna del brand, si trovano il maxi o micro quadro per i look più trendy, la stampa animalier per i look più sbarazzini e le stelle per brillare nelle occasioni speciali.
Da cosa ha tratto ispirazione per la prima collezione?
Una rivisitazione degli anni 50 a misura di bambina che si ritrova declinata in forme e materiali, in stampe e accessori. Ho pensato a una collezione che riprendesse i tratti distintivi e le combinazioni improntate sulla qualità e la cura al dettaglio, così da creare un dialogo tra le collezioni donna e quella di Elisabetta Franchi La Mia Bambina.
Elisabetta Franchi La Mia Bambina viene prodotta in house o si avvale di un licenzatario?
Per questo esordio nel mondo del Kidswear ho deciso di affidare la produzione e la distribuzione a Gimel, azienda leader nel settore. Penso che la sinergia che si è creata con questa azienda abbia permesso di condividere appieno la mission aziendale.
Ha un obbiettivo di vendita per la linea?
Lo startup della distribuzione e la strategia concordata è quella di un posizionamento entry-luxury, con l’obiettivo quindi di selezionare le migliori agenzie specializzate per il childrenswear e i punti vendita che, per immagine e marchi presenti, siano i top players del mercato bambina di posizionamento affordable luxury.
Dove sarà distribuita ‘Elisabetta Franchi La Mia Bambina’?
Un marchio Made in Italy non può che cominciare dall’Italia, dove il connubio Elisabetta Franchi e Gimel ha creato molta attesa ed entusiasmo tra il trade specializzato e dove il primo appuntamento sarà Pitti Bimbo. Inoltre, essendo Elisabetta Franchi un marchio conosciuto a livello internazionale, la strategia sarà quella di sviluppare i mercati dove il canale bambino, costituito da multibrand e SIS in Departement Stores, è già evoluto in termini di professionalità, immagine e ricerca di un prodotto glamour. Guardiamo, oltre all’Europa, a Russia e altri Paesi ex Urss, Medio Oriente, Cina e Giappone, ma anche a Paesi emergenti tra i quali l’India.
Cosa rappresenta per lei Pitti Bimbo?
Pitti Bimbo è il connubio tra una dimensione professionale internazionale e un ambiente che richiama la dimensione dell’infanzia: adoro questo ambiente leggero e disinvolto.
Che bambina era Elisabetta Franchi?
Sono nata e cresciuta a Castel Maggiore, in provincia di Bologna. Da sempre sono legata ai valori della mia terra, l’Emilia, che mi ha trasmesso la veracità e la genuinità di cui vado fiera. Ero una bambina curiosa, vivace e con molta creatività. Provengo da una famiglia umile e ciò ha fatto crescere in me il desiderio di riscatto, avevo fame e voglia di realizzare i miei sogni.
Cosa indossava con piacere da bambina?
Ho sempre amato gli abiti, l’essere femminile e sentirmi tale.
Qual è il suo rapporto con l’infanzia?
Travagliato. Ho dovuto imparare a crescere in fretta e a essere indipendente fin da subito. Sono la terza di cinque fratelli e ciò ha contribuito ad accrescere la mia determinazione a emergere. Che madre è Elisabetta Franchi?
Posso definirmi una business – mum! Ogni giorno mi divido fra lavoro e figli, due aspetti della mia vita che amo immensamente.
Cerco di essere una brava mamma, attenta alle esigenze dei miei figli, li ascolto, gioco con loro e cerco di educarli nel miglior modo possibile, insegnando loro i valori e i principi in cui credo.
Quali capi acquista per i suoi bambini?
Sono bambini e devono avere la libertà di muoversi, di divertirsi e giocare.
Compro loro capi pratici, come felpe, leggings e con Ginevra (figlia della designer insieme al fratello Leone, ndr) sfogo il mio essere femminile con stupendi ‘abiti a ruota’. Qual è il suo rapporto con i social network? Utilizzo principalmente Instagram e Facebook, mi piacciono perché permettono di farti conoscere per quello che sei in maniera più disinvolta e senza filtri, proprio così come sono io: naturale.
di Marco Caruccio