Il panorama americano dei grandi retailer registra un’altra caduta. L’insegna di abbigliamento femminile The Limited ha infatti richiesto la protezione dai creditori tramite il Chapter 11, chiedendo l’attivazione della proceduta al tribunale fallimentare del Delaware. Negli scorsi mesi l’insegna, che la stampa americana definisce “una presenza fissa nella gran parte dei mall del Paese”, aveva annunciato la chiusura di 250 punti vendita e provveduto a oscurare il proprio sito web. Secondo quanto riferito da Reuters, il gruppo fondato nel 1963 sarebbe già in trattative per la cessione del proprio brand e di alcuni asset. Nello specifico, si legge sull’agenzia, “un affiliato del fondo Sycamore Partners sarebbe pronto a presentare una stalking horse offer da 25,75 milioni di dollari (circa 24 milioni di euro) per l’acquisizione della proprietà intellettuale, dei domini registrati e degli account social di The Limited”. Questa offerta fisserebbe inoltre la base d’asta, che l’azienda ritiene abbia inizio entro 30 giorni.
L’ingresso in Chapter 11 di The Limited segue la bancarotta di colossi a stelle e strisce come Aéropostale, Pacific Sunwear of California, Sports Authority, Vestis Retail Group e American Apparel, oltre all’avvio di significativi processi di ristrutturazione per Macy’s e Sears e alla rinuncia all’ipo di Neiman Marcus. D’altro canto, fa notare sempre l’agenzia di informazione, non si ferma la corsa dei player dell’e-commerce. È degli scorsi giorni, infatti, l’annuncio di Amazon relativo alla creazione di oltre 100mila posti di lavoro in America, un incremento di circa il 50% della forza lavoro che consentirebbe al gruppo di Seattle di velocizzare le consegne degli acquisti.