Le prossime ore saranno cruciali per Fiera Milano, travolta dallo spettro del commissariamento da parte del Tribunale. Una bufera che mette a rischio i nuovi eventi in programma quest’anno. Lo scorso venerdì sera, il Cda della prima società fieristica italiana è decaduto a seguito delle dimissioni della maggioranza dei nove componenti, con l’obiettivo di creare discontinuità gestionale ed evitare il commissariamento. La misura era stata richiesta dalla Procura a seguito delle inchieste sulle infiltrazioni mafiose nel settore degli allestimenti. Come spiega Il Sole 24 Ore, oggi è prevista l’udienza sul caso “che potrebbe non essere l’ultima: o si deciderà oggi sull’amministrazione giudiziaria o, più probabilmente, la difesa spiegherà il suo punto di vista, mentre i giudici potrebbero prendersi ancora una decina di giorni ed emettere la sentenza il 26 gennaio”. L’obiettivo del gruppo da 355 milioni di fatturato all’anno, 700 dipendenti e 60 eventi medi all’anno tra Italia e estero, è stato quello di evitare la misura del commissariamento, “ritenendolo negativo dal punto di vista economico, soprattutto in vista di otto nuovi eventi già nel calendario del 2017”, aggiunge Il Sole 24 Ore. Il giorno successivo alle dimissioni del Cda, insieme a quelle del presidente Roberto Rettani e dell’ad Corrado Peraboni, si è riunito il consiglio direttivo dell’ente fieristico. In questa sede è emersa la “volontà di non nominare più politici all’interno del Cda, ma solo manager di chiare competenze”, specifica Il Sole che aggiunge: “Dopo la sentenza del tribunale delle misure preventive, lo stesso consiglio direttivo si riunirà di nuovo per dare efficacia alla decisione: si stabilirà di affidarsi a un cercatore di teste per selezionare i nuovi nomi, poi la Fondazione, guidata da Giovanni Gorno Tempini, deciderà”.
Il titolo, in mattinata, è arrivato a cedere oltre il 3% in Piazza Affari.