Nel 2016 non ci sono state quotazioni di aziende della moda e del lusso sulla Borsa Italiana (almeno, sul listino principale). Di conseguenza, gli operatori del settore si aspettano una ‘coda’ positiva di quotazioni nel 2017, anno nel quale ci si attende, in aggiunta alle Ipo promesse, un ‘recupero’ delle Ipo rimandate. è utile interrogarsi sulle ragioni di questa fase di collocamenti rarefatti. Non si tratta di una situazione indotta dall’abituale giustificazione che ‘i mercati sono troppo volatili’. I ritardi degli sbarchi in Borsa, questa volta, sono riconducibili alla complessa fase di ‘maturazione’ che sta attraversando il settore. La moda sta affrontando una profonda ristrutturazione di mercato, di prodotto, di processo. I fattori sono molteplici e più volte affrontati: la fine dei mercati facili (la Cina su tutti); la fine della retail expansion; il rapido mutamento delle abitudini di acquisto dei clienti. Risultato: il primo semestre dell’anno si è chiuso con numeri in evidente rallentamento rispetto al 2015 (+2,8% il fatturato complessivo del campione Moda e Lusso di Pambianco contro il +11,1% dello scorso anno), e niente lascia prevedere che la seconda parte del 2016 offrirà un quadro diverso. A questa situazione strutturale si affianca una evoluzione culturale. L’approdo in Borsa è stato spesso considerato uno strumento di speculazione facile, in cui si sfruttava il momentum per monetizzare le quote familiari o l’uscita dal capitale di un player di private equity. Oggi, invece, per dirla alla Brunello Cucinelli, “si entra in Borsa per guardare lontano”. Il listino viene considerato un compagno di viaggio per crescere sul lungo periodo, e, perciò, perde di rilevanza il prezzo del collocamento. Questo porta a dire che il sistema si trova in un momento di discontinuità cruciale sul fronte industriale e finanziario: c’è una storica fase di trasformazione da terminare. E questa fase rappresenta (e rappresenterà) un’occasione importante di investimento. Ciò che si può immaginare, per i prossimi mesi, quindi, è un solido percorso di integrazione tra il sistema del Made in Italy (l’intera filiera) e quello degli investitori. Questa progressiva sinergia potrà avere forme differenti, dal private equity, ai bond, fino, ovviamente, alla Borsa. Più che sbilanciarsi, dunque, sul ‘quando’ riprenderanno le quotazioni, è il caso di riflettere sul ‘come’ riprenderanno: saranno le Ipo di un sistema nuovo.
David Pambianco