Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil hanno organizzato uno sciopero generale di 8 ore per il settore tessile-abbigliamento e calzature, il quale si concretizzerà in una manifestazione che, per la prima volta del settore, avverrà in concomitanza di Pitti Uomo a Firenze. Lo sciopero è stato indetto “per il rinnovo dei contratti nazionali di lavoro 2016-2019, scaduti entrambi ormai da oltre dieci mesi”, si legge in una nota rilasciata dai sindacati. Il corteo si terrà venerdì 13 (ultima giornata di Pitti), con partenza dalla Biblioteca Nazionale e arrivo in Piazza dell’Unità. La manifestazione, perciò, non interferirà direttamente con la fiera organizzata alla Fortezza. Ma, nei fatti, sarà un messaggio forte, lanciato a pochi metri di distanza da uno dei principali eventi della moda nazionale.
“Dopo mesi di trattative – affermano le sigle sindacali – l’associazione imprenditoriale confindustriale Sistema Moda Italia (Smi) conferma la sua proposta di un modello salariale in cui eventuali aumenti retributivi verrebbero misurati ex post alla durata triennale del contratto: inaccettabile”.
“Il modello che ostinatamente Smi-Confindustria ci ripropone non è il nostro modello”, hanno dichiarato i segretari generali Miceli, Colombini, Pirani. “Non siamo disposti a prendere in prestito modelli salariali da nessuno. La nostra storia contrattuale è una storia importante, e ha una tradizione di relazioni industriali che va rispettata, non tradita”.
Per quanto riguarda il settore calzaturiero, invece, ieri a Bologna il Consiglio generale di Assocalzaturifici-Confindustria ha rilanciato richieste normative, riguardanti soprattutto la flessibilità contrattuale e le festività di sabato e domenica, “che il sindacato ha respinto al mittente, ritenendo che non vi siano più le condizioni per proseguire il confronto “.