La crisi del retail “tradizionale” miete vittime anche in Europa e più precisamente nel Regno Unito. Secondo uno studio della britannica Centre for Retail Research, nel 2016 i fallimenti delle catene di vendita al dettaglio di medio-grandi dimensioni sono aumentati del 20% rispetto all’anno precedente arrivando a quota 30 dalle 25 istanze del 2015. Sono stati 1.504 i negozi costretti a chiudere i battenti nell’esercizio appena concluso rispetto ai 728 nel 2015, con un’impennata dei tagli: il 2016 sono stati ben 26mila i lavoratori che hanno perso il posto contro gli ‘appena’ 6.845 del 2015. I dati si riferiscono al segmento retail in generale ma, precisa lo studio, è proprio la moda ad essere tristemente protagonista dell’analisi con un numero significativo di chiusure, tra cui quelle di alcuni big come Bhs (che contava oltre 11mila dipendenti), Banana Republic, American Apparel accanto alle catene The Ness Chain, Store Twenty One, Austin Reed, Debenhams Retail (Ireland) Ltd, Ben Sherman, Brantano, Atterley, Blue Inc e ai department store McEwans of Perth, Austins of Derry e Beales. Nonostante l’annata nera per il retail britannico, i risultati del 2016 sono tuttavia migliori di quelli delle annate post-crisi subprime. Secondo lo studio, l’anno più critico è stato il 2008, durante il quale sono stati ben 54 i fallimenti con 5.793 chiusure e 74.539 licenziamenti.