L’eyewear farebbe gola ai giganti del lusso. Tanto che Lvmh potrebbe seguire l’esempio di Kering e decidere di portare in house il business dell’occhialeria. L’ipotesi è stata avanzata in un report di Mediobanca su Safilo che sarebbe direttamente coinvolta dalla fine delle licenze francesi. Punto di partenza dell’analisi è il recente annuncio sulla riorganizzazione degli accordi di Safilo relativi a due brand del colosso guidato da Bernard Arnault, Dior e Céline. Le due licenze, secondo le stime di Mediobanca, varrebbero rispettivamente 200 e 40 milioni di euro di ricavi. Il rinnovo di Dior celerebbe però una strategia ben precisa da parte di Lvmh.
“È davvero una notizia positiva come il mercato sembra suggerire? Non pensiamo sia così”, si legge nel report. “Dato che entrambi i brand fanno parte del gruppo Lvmh, leggiamo tra le righe di questi annunci un possibile cambio di approccio da parte della conglomerata francese del lusso nei confronti del suo business eyewear”, precisa il report, sottolineando come la licenza per i marchi Dior e Dior homme sia stata rinnovata anticipatamente per soli tre anni, ovvero fino al 2020, un lasso di tempo decisamente inferiore rispetto a quello del rinnovo precedente, risalente al 2010 (per sette anni), o rispetto alle classiche formule del 5+5, mentre per Céline si tratta del prolungamento di un solo anno prima dell’addio a Safilo previsto per fine 2017. “Le condizioni di mercato sono molto più volatili rispetto al passato e partecipare più spesso ai tavoli di negoziazione potrebbe essere un vantaggio per le controparti – spiegano dall’istituto di credito – ma, da questo punto di vista, potrebbe anticipare anche un cambio di strategia da parte di Lvmh, che ha sufficiente copertura finanziaria per riportare in house il business eyewear, alla stregua di quanto già fatto da Kering alcuni anni fa”. La decisione sarebbe attuabile nel medio periodo, dato da ora al 2024 sono in calendario diverse scadenze con Safilo da parte dei brand di Lvmh. In particolare, dopo Céline e Dior, nel 2021 sarà la volta di Givenchy, nel 2022 di Fendi per finire due anni più tardi con Marc Jacobs.
La decisione di internalizzare la produzione di eyewear rappresenterebbe un duro colpo per il gruppo di eyewear italiano, motivo per cui Mediobanca ha tagliato il rating da “neutral” a “underperform”. Secondo le stime degli analisti di Mediobanca, attualmente le licenze con i brand targati Lvmh generano un turnover di 350 milioni di ricavi all’anno, ovvero circa il 30% dell’intero giro d’affari di Safilo e oltre il 65% rispetto alle vendite del gruppo legate al segmento delle licenze.