Rovagnati si mangia Pineider. L’impresa brianzola del prosciutto cotto ha rilevato un marchio storico dell’artigianato made in Italy, l’azienda fiorentina delle carte pregiate Pineider. Rovagnati, quasi 300 milioni di euro di fatturato, due anni fa ha rilevato dal concordato preventivo anche il marchio di affettatrici Berkel. Adesso, è la volta di un brand che all’apparenza ha poco a che fare con il gruppo ma che ben si inserisce all’interno del più ampio progetto di diversificazione già intrapreso da qualche tempo, oltre a segnare l’ingresso del gruppo nel mondo del lusso.
Nel 2000 Pineider, che stando a Il Sole 24 Ore ai tempi fatturava 36 milioni di lire, era stato acquisito dal gruppo Hopa per poi finire tre anni fa nella liquidazione della Gp Finanziaria, la cassaforte della famiglia bresciana Gnutti alle prese con la ristrutturazione dei debiti. Attualmente Pineider, sempre secondo il quotidiano economico, fattura circa tre milioni al 90% in Italia.
In questo momento storico si inserisce l’acquisizione di Rovagnati, che adesso punta al rilancio tramite tre asset di sviluppo: scrittura, carta, pelletteria. La produzione dovrebbe essere riportata in Toscana, a Bagno a Ripoli (Firenze), entro la fine dell’anno. Il valore dell’operazione non è stato reso noto.