La recente mossa di Farfetch, che ha limitato la visibilità diretta agli oltre 400 multimarca worldwide partner del sito, ha acceso lo scontro tra i multibrand italiani e la piattaforma di marketplace nata nel 2008. In una lettera anonima rivolta alla Camera italiana dei buyer moda, inviata anche a Pambianconews, viene richiesta la “convocazione di una riunione avente per oggetto i rapporti con Farfetch di cui molti di noi sono partner”. Motivo dell’incontro, spiega la comunicazione, è la politica attuata dalla piattaforma, accusata di eccesso di discrezionalità e unilateralità nel modificare le condizioni contrattuali. Nel mirino, “la questione del geopricing”, “la scomparsa dei nomi delle boutique dalla visibilità sul sito online”, la riduzione della “percentuale del no stock”. Di fronte a questa situazione l’auspicio è che, attraverso la Camera dei buyer, si arrivi a “ridiscutere un contratto collettivo e dare incarico ad un team tecnico per verificare se il sistema e gli associati sono trattati tutti allo stesso modo nella politica di vendita”.
La missiva anonima sembra fare riferimento anche all’ormai storico problema del parallelo che sta assumendo contorni sempre più strutturati, sia nella vendita in negozi sia nell’online, a favore di poche insegne italiane, come anticipato da Pambianco Magazine in un articolo dedicato.
Pambianconews ha contattato Camera italiana dei buyer che però ha preferito non diramare commenti in merito alla lettera anonima.