Via Capelli continua a deludere. Quella che doveva essere una strada dello shopping milanese di lusso alternativa al centro, localizzata nel cuore della nuova ‘downtown’, disattende le aspettative e alcuni store non nascondono il malumore.
Giorgio Ravasio, AD Vivienne Westwood Italia, brand presente al civico 4, è tra quelli che non si nascondono. “È una zona molto bella – esordisce, parlando con Pambianconews – che rispetto a un anno e mezzo fa è cresciuta notevolmente. Ma, se Piazza Gae Aulenti è molto vivace e Corso Como è sempre stato vitale, via Capelli soffre del fatto, invece, di essere posizionata come strada di marchi premium in un contesto che non è ancora decollato”. Il manager punta il dito sulla mancanza di iniziative organizzare per promuovere la strada: “Non esiste ancora un traffico specifico. E oggi il pubblico di via Capelli è composto da persone di passaggio non particolarmente amanti dei marchi fashion. In occasione della Vogue Fashion Night Out, viceversa, i risultati si sono allineati alle aspettative grazie alla presenza di un pubblico interessato”.
Vivienne Westwood, peraltro, ha scelto di investire in via Capelli “con l’ambizione diventasse un indirizzo dello shopping”, tanto da esordire lì con “il nuovo concept ideato dall’architetto Simona Franci” prima ancora di replicarlo a Parigi e New York. Ma il marchio attende ancora “iniziative di promozione organizzate dai gruppi proprietari degli immobili. È come l’apertura di un mall – prosegue Ravasio – per vivere ha bisogno di iniziative che, però, sono mancate non riuscendo a intercettare un certo tipo di pubblico. L’approccio è stato più immobiliare, oggi il costo degli affitti non è proporzionato agli effettivi fatturati sviluppati dai negozi”. In una precedente indagine svolta da Pambianconews alcuni store lamentavano anche la struttura poco friendly del percorso stradale, “È un punto di svantaggio, ma so che stanno già studiando il rifacimento della strada con aree di sosta e un percorso più morbido”, conclude Ravasio.
Anche lo store di Les Hommes, sito sempre al numero 4 di via Capelli, non risparmia le critiche. Melinda Endredi, responsabile della boutique, è categorica: “Dopo Expo c’è stato un notevole calo di afflusso in negozio, soprattutto di turisti che rappresentano i clienti più preziosi per il brand”.
L’assenza di avventori interessati ai marchi del lusso è evidente: “A parte Les Hommes e Christian Louboutin, tutti i marchi in via Capelli sono anche presenti in centro quindi i turisti non hanno motivo di venire fin qui. La maggior parte del passaggio è rappresentato dai dipendenti di Unicredit in pausa pranzo e dalle famiglie nel weekend. Oggi i turisti arrivano grazie alla presenza dello store maschile di Christian Louboutin”.
E poi c’è la questione del percorso stradale ‘a ostacoli’. “Non agevola in alcun modo l’ingresso in boutique, anzi. Alcuni percorrono una scala senza fare il giro dall’altra parte, preferendo prevalentemente quella di Louboutin. Se non ci fossero scale, ma un’unica rompa senza grate, sarebbe certamente un vantaggio”.
Federico Verga, proprietario dell’Orologeria Verga aperta dal dicembre 2015 al civico 6, concorda sulla poca funzionalità della rampa: “Oltre ad essere esteticamente brutta, non agevola gli acquisti, è poco giusta a livello commerciale”. Per aumentare il flusso di avventori, Verga auspica l’ingresso di nuovi brand all’interno degli spazi commerciali attualmente vuoti: “Sarebbe positivo che Christian Louboutin, già presente con la boutique maschile, inaugurasse anche uno store femminile, oppure che realtà food come Marchesi o Cova aprissero anche qui sottolineando l’offerta di prodotti esclusivi. Noi, ad esempio, abbiamo scelto di proporre penne e pelletteria Montblanc solo in questo store (Orologeria Verga è presente anche in via Mazzini e Corso Vercelli). La zona è molto bella, la presenza degli Hotel, di Eataly e dei locali in Corso Como traina l’arrivo di potenziali clienti, ma via Capelli deve ancora essere scoperta appieno”.
È più ottimista Moschino, con lo store situato in via Capelli 1, cui è possibile accedere senza percorrere la rampa essendo limitrofo a Corso Como. “Non abbiamo problemi strutturali – dichiara il direttore della boutique Antonio Gentile – e stiamo incrementando il flusso di clienti dall’apertura nel giugno 2015″. Tuttavia, Gentile concorda sul fatto che “la strada non sia ancora totalmente sviluppata”, e spiega come “i feedback positivi vengano soprattutto dai ‘fashion addicted’ stranieri”.