Nulla di fatto per il Ttip, il trattato per gli investimenti e commercio tra Europa e Usa. Il trattato rappresentava un fattore su cui il settore della moda, nonché il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, puntavano per favorire l’export delle Pmi italiane. In un’intervista alla rete tedesca Zdf, il vicecancelliere e ministro dell’Economia tedesco Sigmar Gabriel ha ammesso pubblicamente il fallimento di fatto dei negoziati Usa-Ue sul trattato di libero scambio (Ttip). “I negoziati con gli Stati Uniti sono effettivamente falliti perché, come europei, non possiamo accettare supinamente le richieste americane”, ha detto il ministro socialdemocratico, sottolineando come in 14 round di colloqui le parti non abbiano trovato un’intesa su un solo capitolo dei 27 sul tavolo.
Il ministro non è direttamente coinvolto nei negoziati del documento, avviati nel 2013 e che hanno sempre avuto vita difficile, ma la dichiarazione è comunque significativa perché conferma le dichiarazioni di inizio estate del ministro Calenda, secondo cui il Ttip era già avviato verso il fallimento. “Sarà molto difficile che passi e sarà una sconfitta per tutti”, aveva detto a inizio luglio il ministro italiano.
L’obiettivo del Ttip, in pratica, era l’apertura di una zona di libero scambio tra Europa e Stati Uniti in quattro settori (merci, servizi, investimenti e appalti pubblici), la semplificazione delle norme commerciali nonché la riduzione dei dazi doganali. Misure queste che, secondo quanto dichiarato da Calenda e ribadito dalle principali associazioni confindustriali della moda, avrebbero consentito di agevolare le piccole e medie imprese italiane. Secondo le stime del Ministero dello Sviluppo economico, l’introduzione del Ttip avrebbe garantito all’Italia il vantaggio di un maggior export potenziale verso gli Usa per 10-20 miliardi annui (dato che riguarda tutti i settori commerciali, non solo la moda).