G-III Apparel Group ha acquisito Donna Karan International, parent company dei brand Donna Karan e Dkny, da Lvmh per 650 milioni di dollari (circa 592,3 milioni di euro). L’operazione dovrebbe concludersi tra la fine del 2016 e l’inizio del 2017. G-III, che ha chiuso il primo trimestre dell’esercizio in corso con vendite per 457,4 milioni di dollari, in crescita rispetto ai 433 dello stesso periodo del 2015, finanzierà l’acquisizione con un nuovo indebitamento, l’emissione, a favore di Lvmh, di nuove azioni ordinarie G-III per 75 milioni di dollari e l’emissione di una note da 75 milioni a sei anni e mezzo. In connessione con l’operazione, il gruppo ha ottenuto impegni, da parte di Barclays e Jp Morgan Chase Bank, per 525 milioni.
“Donna Karan ci consente di diversificare il nostro portfolio, aggiungendo valore ai marchi di fascia alta. Crediamo di essere ben posizionati per creare nuove opportunità per i nostri azionisti, i nostri partner e i nostri clienti”, ha spiegato a Wwd Morris Goldfarb, chairman e chief executive officer di G-III. Negli ultimi mesi, il gruppo di New York, che possiede i marchi Vilebrequin, Andrew Marc, Marc New York e Weejuns e detiene, tra le altre, la licenza di Calvin Klein, ha concluso diverse operazioni, rilevando il 19% di Karl Lagerfeld e siglando un accordo con Tommy Hilfiger per il design, la produzione e la distribuzione del womenswear del brand negli Stati Uniti e in Canada.
Lvmh aveva acquistato Donna Karan International nel 2001 per 643 milioni di dollari. La griffe, grazie alla direzione della fondatrice e direttrice artistica, la stessa Donna Karan, è stato uno dei brand più rappresentativi della moda americana degli anni 90 insieme a Calvin Klein, puntando su capi basic-chic proposti con le due griffe Dki e Dkny. Da parte sua, il colosso francese del lusso ha faticato a ridare lustro all’azienda. L’attuale coppia di direttori artistici, Maxwell Osborne e Dao-Yi Chow, già fondatori di Public School, non è infatti riuscita a far aumentare le vendite, mentre Donna Karan ha lasciato la società l’anno scorso, dopo un ultimo periodo di non facile convivenza. A marzo è stata invece la volta di Hector Muelas, che, assunto meno di un anno fa, ha dato le dimissioni dal ruolo di chief image officer.