Canepa archivia il 2015 con ricavi in crescita del 2,9% a 106,9 milioni di euro, a fronte di un ebitda di 11,8 milioni di euro (11,0% dei ricavi) e si dice “fiducioso” per l’anno in corso. Nel 2015, il gruppo ha registrato un ritorno al pareggio rispetto alla perdita di 1,6 milioni di euro del 2014. Il patrimonio netto è di 33,2 milioni di euro. L’export ha raggiunto il 52% del totale. L’Unione Europea ha inciso per il 21%, con la Gran Bretagna ante Brexit al 4,2%, mentre il Nord America ha contribuito per il 12,9% e il Giappone per il 3,8 per cento. Le vendite di capi finiti (sciarpe, cravatte, costumi da bagno uomo e donna, accessori) prodotti in licenza, per conto terzi e con i marchi di proprietà sono risultate pari al 55% dei ricavi complessivi, mentre i soli ricavi provenienti dai marchi di proprietà (Florio, LaRana, Gallieni e Tino Cosma) e dalle licenze (Battistoni, Bikkembergs, Braccialini, Guy Laroche, Jeckerson, La Martina, Leonard, Piquadro e S.T. Dupont) rappresentano oltre il 10% del fatturato totale. Continuano poi gli investimenti e lo sviluppo delle attività sui brevetti eco-sostenibili con il progetto Savethewater. “La nostra pionieristica e convinta scelta per un’industria tessile ecosostenibile – ha spiegato Elisabetta Canepa, presidente del gruppo omonimo – comincia a pagare non solo in termini di apprezzamento da parte dei nostri clienti, ma anche in termini di contenimento dei costi industriali”. “Per il 2016 – ha aggiunto – restiamo fiduciosi. I primi cinque mesi del 2016 hanno fatto registrare un’ulteriore crescita del 2% rispetto al corrispondente periodo del 2015 e, al momento, dopo Brexit, non abbiamo avuto nessun segnale negativo da parte dei nostri clienti inglesi, nonostante il deprezzamento della sterlina nei confronti dell’euro”.