Il campione dei principali gruppi italiani della moda e del lusso è cresciuto del 9,4%. Guida Luxottica, seguita da Gucci che ri-sorpassa Prada al secondo posto.
I ricavi dei principali gruppi italiani della moda e del lusso sono cresciuti quasi a doppia cifra nello scorso esercizio. La classifica Pambianco dei fatturati 2015 vede al primo posto Luxottica,che ha sfiorato i 9 miliardi di euro. Seguono, rispettivamente sul secondo e sul terzo gradino del podio, Gucci e Prada. Questa graduatoria segna un sorpasso importante: il gruppo guidato da Patrizio Bertelli, infatti, nella classifica precedente era secondo, davanti al marchio della doppia G, e adesso è terzo. Il quarto posto è appannaggio di Armani. La Top Ten è completata da Calzedonia, Otb (Diesel), Benetton, Ferragamo, Max Mara e Ovs. Nel complesso, i ricavi del campione delle 26 aziende analizzate sono cresciuti del 9,4%, passando dai 36,679 miliardi del 2014 ai 40,136 dello scorso anno. Per quanto riguarda l’ebitda margin è stato del 19,2%, in linea con il 2014. In prospettiva, “nel 2016 – spiega Carlo Pambianco, fondatore della società di consulenza – si prevede una crescita inferiore dei ricavi, intorno ai 3-4 punti percentuali, mentre la redditività potrebbe calare di 1-2 punti”.
I CONTI DEI GRUPPI ESTERI
Nel 2015, i principali gruppi internazionali sono cresciuti del 10,5 per cento. E, anche per loro, nel 2016 si attende un aumento più che dimezzato del fatturato e degli utili. Il confronto con il campione straniero, dunque, dimostra un certo allineamento con l’andamento italiano. l campione estero è guidato da Lvmh, che ha chiuso il 2015 a 35,664 miliardi (+16,4%) seguito da Inditex, H&M, Adidas, Gap, Vf, Swatch, Pvh (marchi Calvin Klein e Tommy Hilfiger), Ralph Lauren, Hermès, Puma, Tiffany, Hugo Boss, Mango, Pandora, Guess, Yves Saint Laurent e Jimmy Choo, che chiude la classifica con 431 milioni (+6,1 per cento). “Mediamente – spiega Pambianco -, anche escludendo i colossi francesi Lvmh e Kering, le aziende straniere sono più grandi di quelle italiane, perché presidiano, specialmente le aziende americane, le fasce medie del mercato. Le italiane sono più piccole, ma hanno un posizionamento molto chiaro e alto, e brand molto forti”. La marginalità dei gruppi stranieri è stata leggermente inferiore a quella degli italiani. Il rapporto dell’ebitda sui ricavi è passato dal 18,1% del 2014 al 18,3 per cento.
di Caterina Zanzi