L’Iran promette di diventare il nuovo strategico mercato di sbocco per le aziende italiane della moda. Secondo i dati Ice, nei primi due mesi del 2016 le importazioni in Iran di prodotti tessili e di abbigliamento italiani (inclusa la voce ‘pelle e pelliccia’) sono aumentate rispettivamente del 178% e del 63 per cento.
Al di là dei singoli dati, la principale conferma dell’importanza del Paese nello scacchiere internazionale arriva in realtà dall’esempio di big come Benetton e Mango che hanno già piantato le prime bandierine anni fa, e che ora vantano già una rete distributiva ramificata. Come emerge nell’articolo pubblicato sul prossimo numero di Pambianco Magazine, Benetton è stato, insieme a Escada e Mango, tra i primi a entrare in Iran. Lo sbarco è avvenuto nel 2006 con l’apertura di una filiale diretta. A dieci anni di distanza, il gruppo conta su una rete di una trentina di negozi gestiti da imprenditori locali, che toccano in modo capillare il Paese: non solo Teheran, ma anche altre importanti città come Mashad, Tabriz, Shiraz e l’isola di Kish Island. Mango, invece, ha debuttato nel Paese nel 2008 e ora conta sei store nel Paese nelle città di Teheran, Mashhad, Esfahan, Tabriz e Shiraz che a breve diventeranno nove. “Stiamo progettando l’apertura di altri tre punti vendita entro la fine di quest’anno o al massimo i primi mesi del prossimo a Teheran e Mashhad”, ha annunciato l’azienda spagnola di fast fashion.
Tra gli ultimi nomi italiani a entrare nel mercato c’è Camicissima. Il marchio di camiceria che fa capo al gruppo Fenicia ha inaugurato a marzo il primo negozio monomarca a Teheran, all’interno del Mall Tiraje 2. Si tratta, spiegano dall’azienda, della prima di una serie di opening che riguarderanno questo mercato nei prossimi cinque anni: sono ben 20 le aperture programmate, nelle 20 principali città persiane. Anche a livello istituzionale, la moda sta lavorando per rafforzare i legami con le associazioni del Paese, con l’obiettivo in particolare di creare una rete di rapporti per superare le difficoltà burocratiche legate (anche) alle licenze distributive nella regione. Dopo aver siglato ad aprile un Memorandum of Understanding con Teheran Garmet Union (Tgu), Smi-Sistema moda Italia, la più importante organizzazione del settore tessile e abbigliamento iraniano che riunisce al suo interno oltre 20mila imprese aderenti, tornerà a novembre a Teheran per un nuovo incontro con l’associazione di settore locale.