A soli sei mesi dall’acquisizione da parte di Tristate Holdings, i piani di Cp Company si fanno sempre più concreti. Il marchio di outerwear da uomo, passato lo scorso novembre dal gruppo Fgf di Enzo Fusco nelle mani del colosso quotato a Hong Kong per oltre 19 milioni di euro, ha un progetto di sviluppo ben chiaro. A spiegarlo a Pambianconews è Lorenzo Osti, direttore marketing del brand e figlio del fondatore. “Per Tristate, che ha chiuso il 2015 con 300 milioni di dollari di ricavi, si tratta dell’operazione più importante degli ultimi due anni”. Attivo nel luxury outerwear sia dal punto di vista produttivo sia distributivo, il gruppo asiatico sta portando avanti diverse acquisizioni per lavorare su marchi propri. “Nel 2015, il fatturato di Cp Company è stato di 12 milioni di ricavi, ma l’intenzione è quella di portare il giro d’affari del brand a diverse centinaia di milioni”, prosegue Osti. “La campagna vendite dell’autunno/inverno 2016 si è chiusa con un turnover in crescita del 50% e capi in aumento del 70 per cento. Ottimi segnali che ci hanno fatto accelerare sin da subito”. Il marchio è prodotto tra Italia e Cina, rispettivamente nei due stabilimenti di Montegalda (Vicenza) ed Hefei (Shanghai). “Al momento siamo made in Europe per l’80% della collezione, di cui una buona parte è made in Italy, mentre in Cina vengono sviluppati i prodotti più tech”. A livello geografico, l’Italia incide attorno al 20% sui ricavi complessivi, e i mercati di riferimento sono il Regno Unito e la Corea. “Siamo ancora Europa-centrici, con l’eccezione di Corea e Giappone, ma in prospettiva lavoreremo sullo sviluppo in Giappone e negli Stati Uniti”, spiega il manager. A tal proposito, di recente è stata presentata la collezione alla New York Fashion Week ed è stata aperta la filiale americana di Tristate, che si aggiunge a quelle di Lugano e di Tokyo. “Ci attendiamo l’apertura del primo flagship a Tokyo nel 2017, di Milano nel 2018 (preceduto dall’inaugurazione di uno showroom già il prossimo autunno), ma per la Cina bisognerà aspettare con ogni probabilità il 2019”. Attualmente Cp Company è distribuito, oltre che nel flagship di Londra, in un network di 600 multibrand nel mondo. “L’intenzione è di insistere sull’wholesale, per poi intraprendere un’attenta strategia di aperture dirette, soprattutto in Europa, da cui ci aspettiamo di avere all’incirca 25 milioni di ricavi in tre anni”, conclude Osti.