Michael Kors ha chiuso l’esercizio fiscale al 2 aprile scorso con ricavi in crescita del 7,8% a 4,4 miliardi di dollari (circa 3,8 miliardi di euro) e utili in calo da 881 a 837,7 milioni di dollari. Positive le performance dei diversi canali di vendita, con il retail che ha guadagnato 12,2 punti percentuali, mentre il wholesale e i ricavi da licenze hanno messo a segno, rispettivamente, un +3,8% e un +0,9 per cento. Nei dodici mesi il giro d’affari retail della griffe a stelle e strisce è passato da 1,65 a 1,77 miliardi in America, da 412,1 a 509,6 milioni in Europa e da 66,4 a 106,3 milioni in Asia (2,1 miliardi arrivano dal wholsale).
Sopra le aspettative la performance nel quarto trimestre d’esercizio, quando i ricavi della fashion house hanno registrato un incremento del 10,9% a 1,2 miliardi di dollari, battendo le stime del consensus Reuters ferme a 1,15 miliardi, mentre l’utile si è attestato sui 177 milioni, in calo dai precedenti 182,6 milioni. L’incremento più significativo nel quarter (+216,4%) è stato messo a segno in Asia, dove il business equivale a 65,5 milioni di dollari nel periodo considerato, mentre il mercato americano si conferma piazza di riferimento con una fetta di oltre 879 milioni, in rialzo del 4,6 per cento.
Il gruppo guidato dallo stilista newyorkese ha infine annunciato l’acquisizione delle licenze per la Greater China per 500 milioni di dollari. Al 31 marzo scorso il fatturato generato dal Gigante Asiatico era di 197 milioni di euro, con un network di 91 boutique gestite dalla società e sei location legate al travel retail (vetrine distribuite tra Cina, Hong Kong, Macao e Taiwan). Nel 2017 le vendite nette nell’area dovrebbero toccare quota 200 milioni di dollari, “con l’intenzione, grazie a questa operazione,di capitalizzare il nostro enorme potenziale di crescita su questo territorio”, ha dichiarato in una nota ufficiale John D. Idol, chairman and CEO della griffe.