Niente ‘see now-buy now’ per Dolce&Gabbana. E nemmeno l’integrazione delle sfilate uomo e donna. I due stilisti, ospiti del Vogue Festival 2016, weekend londinese organizzato dalla rivista per celebrare il proprio centenario, si lasciano andare ad affermazioni decisamente tranchant sulle ultime tendenze della moda. “Un designer continua a lavorare e a cambiare un dettaglio per sei mesi fino a un attimo prima della sfilata. Il sogno ha bisogno di respiro, se pensi solo a fare i vestiti da vendere fai del commercio”, spiega il duo, lasciando intendere che la macchina produttiva si muove in conseguenza dei tempi dello stilista.
Stessa posizione conservativa su un altro argomento ‘caldo’ dell’ultimo periodo, la decisione di far sfilare insieme il womenswear e il menswear. “L’uomo è uomo e la donna è donna, almeno per quel che ci riguarda: la donna vestita da donna è sexy, ma l’uomo con il vestito. La moda maschile per noi è importante e continueremo a farli sfilare separatamente”, sottolineano i designer alla platea della Royal Geographical Society di Londra. Quanto al futuro, Stefano Gabbana scherza: “Immaginate Dolce e Gabbana fatto da uno scandinavo? No, dai. Uno strano mondo quello odierno: giovani stilisti di cultura e stili completamente diversi si susseguono a disegnare marchi creati da geni come Christian Dior; risultato: Dior non è più Dior, è un’altra cosa. Come dire che un famoso artista viene sostituito con qualcun altro che crea con il suo nome. Ebbene io non ci sto. Mi rifiuto di vedere il nostro marchio snaturato. Morto io, stop”.