Assomoda punta sull’unità della filiera italiana della moda. È il messaggio emerso dal primo convegno Futurelesson – Giovani per Antiche Professioni, promosso dall’associazione degli agenti distributori. Giulio Di Sabato, presidente di Assomoda, ha sottolineato l’importanza dell’intera fashion chain dalla fase stilistica passando per produzione e distribuzione intermedia, senza tralasciare la distribuzione finale: “Si parla sempre della necessità di essere uniti, di fare squadra. Questa è un’occasione fattiva per raccogliere le voci di tutti gli anelli del sistema e portarle all’attenzione del Governo”. Governo che è stato più volte citato dai vari ospiti con parole di apprezzamento per Carlo Calenda.
Carlo Capasa, in partenza per il Summit sulla Sostenibilità Mondiale di Copenhagen, ha ricordato l’importanza di fare sistema anche per aumentare il prestigio della filiera all’estero. Sui numerosi giri di poltrone che si stanno susseguendo negli gli ultimi mesi il presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana ha dichiarato che “cambiare designer significa anche fare comunicazione, apportare nuova energia ai brand”. Sui cambiamenti dell’imminente fashion week maschile Capasa non ha dubbi: “Ci saranno tante novità, nuovi brand, presentazioni incisive, capsule collection, party, il Fashion Hub Market per la prima volta legato al menswear” e ha posto l’attenzione anche sulla formazione scolastica: “Gli istituti italiani devono salire nel range internazionale, la Cnmi ha lavorato con le scuole attraverso il progetto Graduation Day nel 2015 e bisseremo anche quest’anno”.
Claudio Marenzi, presidente di Sistema Moda Italia, ha evidenziato che la moda italiana vale 90 miliardi, rappresenta il 5% del Pil ed è la seconda manifattura italiana dopo la meccanica. “Rappresentiamo una realtà unica al mondo ed è importante salvaguardarla. Carlo Calenda se n’è accorto ragionando in modo innovativo per un politico così come Ivan Scalfarotto, entrambi rappresentanti preparatissimi”.
Beppe Angiolini, presidente onorario Camera dei Buyer, ha sottolineato l’importanza di buyer e showroom per la promozione dei brand emergenti. “C’è una leggera ripresa – ha aggiunto – sebbene l’Italia soffra ancora. Il consumatore nostrano guarda molto al rapporto qualità-prezzo prima dell’acquisto, ma siamo fiduciosi pensando soprattutto alle opportunità dell’online e ai turisti stranieri.” Sulla formula ‘see now buy now’ è invece scettico: “Rappresenta uno svantaggio per i tessuti; è soprattutto un fenomeno americano, non mi sembra una buona idea”. Il dilagare degli outlet, gli sconti on line, i saldi anticipati e le promozioni on season rappresentano, ha concluso Angiolini, una frenata per lo shopping tradizionale.