In controtendenza rispetto all’odierna cultura multi-tasking, il Salone del Mobile riscopre il pensiero indipendente, e fa vivere al pubblico ‘una cosa alla volta’.
Prodotti industriali più belli degli artigianali, ma un prezzo accessibile. Questo il dictat per il moderno imprenditore e designer dell’arredamento, i quali, in Fiera come al Fuorisalone, hanno perciò cercato quest’anno di far riflettere il visitatore, fosse esso un curioso appassionato o un professionista del settore, sul lavoro che sta dietro a ogni singolo progetto e oggetto. Se, fino a poco tempo fa, il trend negli allestimenti era quello di costruire un ambiente all’interno del quale ‘aggregare’ armoniosamente diversi oggetti per produrre un’emozione nel fruitore, quest’anno il Salone del Mobile ha abbracciato la strategia opposta: ‘dividere’ per focalizzare l’attenzione su un prodotto alla volta, sottolineandone le caratteristiche tecniche, di materiali, di ispirazione e, in alcuni casi, tecnologiche. Per farlo ha scelto un ritorno al ‘cocooning’, fenomeno che aveva raggiunto l’apice qualche anno fa per poi declinare, ovvero la creazione di uno spazio intimo e privato da vivere con lentezza.
Nel caso attuale: scatole, casette, porzioni di stand che racchiudono, come pietre preziose, le nuove creazioni dando valore all’idea e al suo progettista. Principale esponente di questo ritorno è Kartell, il cui allestimento, come ogni anno, ha stupito per originalità: un omaggio ai creativi che hanno collaborato con l’azienda, definiti ‘Talking Minds’, a ognuno dei quali è stato riservato uno spazio chiuso raffigurante la silhouette del loro viso con le proposte frutto del loro talento. Uno spazio chiuso, ma con un cuore aperto al mondo, poiché gli architetti rappresentati hanno un curriculum poliedrico, spugne e interpreti di viaggi e contatti internazionali. Pedrali, produttore di mobili e oggetti d’arredo di design per spazi pubblici, uffici e case, ha presentato un allestimento composto da casette dedicate ai prodotti posizionate a mo’ di anfiteatro. E ancora, gli spazi chiusi nello stand di Zanotta hanno esaltato le categorie di prodotto, senza suggerire possibili abbinamenti, ma lasciando al singolo la libertà di immaginare e personalizzare le proprie stanze.
di Paola Cassola