Un evento che si candida a diventare il palcoscenico ideale per fashion brand affermati ed emergenti. Una città pronta a guadagnarsi il titolo di capitale orientale della moda. CENTRESTAGE è solo l’ultima delle iniziative dell’Hong Kong Trade Development Council (HKTDC), piattaforma di marketing per le aziende della regione, che, dal 7 al 10 settembre prossimi, aprirà le porte della prima edizione della fiera, nell’Hong Kong Convention and Exhibition Centre, ad addetti ai lavori e appassionati del lusso internazionale. Come organo regolamentare, HKTDC assiste le imprese e i giovani designer nel processo di internazionalizzazione, offrendo servizi di business matching, piattaforme di scambio di informazioni, allestimento di sfilate di moda e vetrine per i prodotti durante le fiere di settore. Lo ha raccontato a Pambianco News Byron Lee, senior exhibition manager dell’Hong Kong Trade Development Council.
Come nasce l’idea di creare CENTRESTAGE? Quali sono gli obiettivi, il pubblico e i mercati a cui guarda la nuova fiera?
Nel 2003 Hong Kong Trade Development Council ha lanciato World Boutique Hong Kong, fiera che per tredici anni ha affiancato le edizioni dedicate alle collezioni autunno/inverno della Hong Kong fashion week. In risposta al feedback e alle richieste del mercato e degli stakeholders, e per allineare l’evento al calendario internazionale della moda, World Boutique Hong Kong rinasce oggi come CENTRESTAGE e si sposta da gennaio ai primi giorni di settembre. L’edizione inaugurale vuole essere una vera e propria piattaforma promozionale per brand e designer locali e stranieri, con un focus su quelli asiatici, che esporranno collezioni ready-to-market ai media, ai buyer e a clienti selezionati. CENTRESTAGE nasce come evento business-to-business, il cui ultimo giorno sarà però aperto anche al pubblico generico appassionato di moda. Per promuovere le aziende del settore e per generare awareness, lanceremo inoltre, contemporaneamente a CENTRESTAGE, la campagna Hong Kong in Fashion, con workshop ed eventi dedicati nei mall, nelle boutique, nelle caffetterie e nei ristoranti della città.
Quale è il posizionamento delle aziende espositrici presenti a CENTRESTAGE? Quante saranno secondo le vostre stime?
Al momento siamo in fase di recruiting di espositori e buyer e non posso esprimermi in termini di numeri. Ci aspettiamo una partecipazione entusiasta, ma il focus è più sulla qualità che sulla quantità delle presenze.
Ci può dare qualche dettaglio sulle zone tematiche e sugli eventi speciali della nuova fiera?
Ci saranno quattro aree tematiche: Glam con i marchi dell’alto di gamma; Allure, l’area dedicata agli stili più sofisticati; Metro con marchi più trendy, sportivi e adatti a un pubblico cosmopolita; e infine Forwards, la sezione dedicata alle label emergenti.
Tra gli eventi speciali più importanti della fiera ci sarà CENTRESTAGE Elites, dedicato ai migliori designer da tutto il mondo, le cui creazioni saranno indossate da modelle e modelli affermati, per un pubblico di celebrities e fashionistas. In contemporanea alla fiera si terrà inoltre l’Hong Kong Young Fashion Designers’ Contest (YDC), iniziativa nata trentanove anni fa per promuovere le nuove generazioni di stilisti locali e perfezionarne le capacità di brand building. Questo contest è uno tra i più importanti nel Paese. Tra i guidici delle passate edizioni figuravano Vivienne Tam, Maria Luisa Trussardi, Ennio Capasa, Andreas Kronthaler, Martine Sitbon, Margarerta van de Bosch e Marc Ascoli. Infine, lavoreremo in sinergia con l’Hong Kong Watch & Clock Fair cum Salon de Te, il salone internazionale dell’orologeria, dal momento che molti brand hanno sviluppato una propria linea di orologi per ampliare il proprio target.
Hong Kong viene spesso definita come “capitale asiatica della moda”. Quali sono, secondo lei, gli aspetti che rendono questa città il contesto adatto per lo sviluppo del business di aziende e giovani stilisti?
Essendo vicino alla Cina continentale e ai principali mercati asiatici emergenti, Hong Kong ha un vantaggio di prossimità geografica, non solo per la produzione, ma anche per intercettare la crescente domanda di moda. Secondo il Boston Consulting Group infatti, nei prossimi due anni il 30% della crescita nel mercato mondiale della moda sarà generato dal Gigante Asiatico, grazie al maggior potere d’acquisto della classe media. Questo rende Hong Kong la piazza ideale per l’espansione delle griffe. Victoria Beckham e Kate Spade hanno già aperto qui i loro flagship store, avamposti per il successivo approdo nell’entroterra. Inoltre il vantaggio competitivo delle aziende produttrici di Hong Kong sta nella qualità e nella velocità di risposta alle tendenze della moda e alle richieste del mercato. Hong Kong vanta un ruolo di trend setter della regione e questo dà la possibilità agli stilisti emergenti di fondere cultura cinese e occidentale per dare vita a creazioni uniche. Per tutti questi motivi la nostra regione è già un polo d’attrazione per le fashion firms del mondo. Tra i buyer che arrivano qui ci sono quelli dei principali department store americani ed europei (tra cui Macy’s, Marks & Spencer, JCPenney, Karstadt Quelle, C&A), delle conglomerate del settore retail (tra cui Metro Group, Sears, Target), delle catene specializzate (tra cui Gap, The Limited) e dei player della vendita per corrispondenza (tra cui Otto e