Le sanzioni e la situazione economica e geopolitica in Russia hanno fatto crollare nel 2015 le esportazioni di calzature e pelletteria made in Italy in Russia. Ma, in realtà, l’Italia, a sorpresa, registra una performance migliore di altri Paesi europei ed extra europei come la Cina. Tanto da far aumentare, seppur leggermente, la sua quota di mercato. È quanto emerge da una analisi dell’ufficio Ice di Mosca, elaborata e diffusa in occasione dell’ultima edizione di Obuv Mir Kozhi, la manifestazione dedicata al settore della calzature e della pelletteria di livello medio e medio-alto che si è tenuta a Mosca dal 22 al 25 marzo scorsi e alla quale hanno partecipato 127 aziende italiane all’interno del padiglione italiano organizzato da Assocalzaturifici con il supporto dell’Agenzia Ice.
Secondo i dati delle dogane russe, nel 2015 le importazioni russe di calzature e pelletteria italiane sono state rispettivamente di 221 milioni e 82 milioni di euro, in calo del 21,2% e del 14,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Tuttavia, segnala la nota di Ice, “sia l’Ue 28 sia la Cina nei due comparti hanno registrato decrementi maggiori di valori di export nel periodo analizzato: rispettivamente -29 e -24,1% per le calzature; -15,9 e -27,4% per la pelletteria”.
In questo modo, l’Italia conferma la seconda posizione nella classifica dei principali Paesi esportatori dopo la Cina, con una quota di mercato rispettivamente del 10,4% per le calzature, in lieve aumento rispetto al 10,2% dello stesso periodo del 2014, e del 14,1% per la pelletteria che rimane costante.
A fronte di questi dati, il 2016 sembra aprirsi con un andamento a doppia velocità. Da una parte il nuovo anno evidenzia un lieve recupero del valore delle importazioni. Secondo i dati dell’ufficio Ice di Mosca relativi al mese di gennaio, le vendite all’ingrosso di prodotti di moda e accessori italiani sono aumentate del 3,3% mentre il comparto delle calzature ridimensiona il calo registrando una flessione dell’1,4% a gennaio 2016. La contrazione fa però passare l’Italia dalla seconda alla terza posizione nella classifica dei principali Paesi di riferimento per le importazioni, scavalcata dal Vietnam (+28.6) e seguita, pur con una certa distanza dal punto di vista del valore, da altri Paesi produttori low cost: Indonesia al 4° posto con un +26,1% rispetto a gennaio 2015 e India, le cui esportazioni in Russia sono balzate del 157,2% facendo salire il Paese dalla settima alla quinta posizione in classifica.