La crisi di Brioni assume i toni di emergenza occupazionale. Mercoledì, presso il ministero dello Sviluppo economico a Roma, è previsto un incontro tra sindacati, proprietà e governo per trovare una soluzione di fronte all’ipotesi, paventata dalla holding francese Kering a cui fa capo il marchio sartoriale, di ridurre di un terzo la forza lavoro. Si parla di 400 possibili esuberi nei tre stabilimenti in Abruzzo (il quarto stabilimento è a Curno, provincia di Bergamo). Secondo quanto riportato dalla stampa locale, la proprietà di Brioni, dopo l’incontro avuto mercoledì scorso con il vicepresidente della Regione Abruzzo, Giovanni Lolli, i sindacati dei lavoratori e i sindaci dell’area vestina, ha deciso di non avviare le procedure di mobilità almeno fino all’incontro che si terrà al Mise.
“La proprietà – ha detto Lolli a margine dell’incontro – ha assicurato che non dislocherà l’azienda, ma manterrà aperti i tre siti produttivi ubicati nell’area vestina; inoltre, ha annunciato che presenterà a breve un nuovo piano industriale”.
Lo scorso febbraio era trapelata la notizia dell’apertura, da parte del brand sartoriale maschile, che dal 2012 fa capo a Kering, della mobilità volontaria per circa 60 lavoratori, procedura firmata lo scorso novembre. Allora l’azienda aveva precisato che “ulteriori discussioni sono previste per i prossimi mesi con l’obiettivo specifico di raggiungere un corretta dimensione della capacità produttiva in fabbrica”.