Apre oggi i battenti la nuova edizione di Mifur, il salone dedicato alla pellicceria e alla pelle, che ospita fino a sabato in Fiera Milano Rho le collezioni di 160 espositori, suddivisi tra 85 brand italiani e 75 esteri. La nuova edizione accenderà i riflettori non solo sulla pellicceria in senso stretto, ma anche sul segmento dell’abbigliamento in pelliccia. Quattro le aree tematiche di quest’appuntamento, B.box, Crossover, Glam Av. e K.Point, alle quali si aggiunge l’area speciale Pelliccia sì per interpretare un nuovo trend di mercato della pellicceria, quello sul wedding style inteso nell’accezione più ampia del life style che ruota intorno al mondo della cerimonia con abiti (saranno presentati cinque abiti da sposa d’alta sartoria creati appositamente da Atelier Lascari in occasione della manifestazione), accessori in pelliccia, ma anche auto d’epoca e tavole reali. Come da tradizione, appuntamento poi stasera con Italian Fur Fashion Night, la sfilata di Associazione Italiana Pellicceria che porta in passerella le collezioni di Gianfranco Ferrè Furs, De Carlis, Diego M, Fabio Gavazzi, Giorgio Magnani Luxury, Grandi Fur, Maurizio Braschi, Pajaro, Rindi e Tosato 1928. Per il terzo anno consecutivo, Vogue Talents sarà il partner principale di Remix, il concorso internazionale di moda organizzato dall’International Fur Federation (IFF), in occasione Mifur e supportato da Vogue Talents per sostenere le nuove generazioni di stilisti.
Sul fronte congiunturale, il settore accusa una nuova flessione del turnover. Secondo gli analisti di Pwc, il 2016 dovrebbe registrare un calo di oltre il 10% del fatturato rispetto ai 2,7 miliardi di euro del 2015 chiuso comunque in rosso. Nell’ultimo anno il settore ha registrato una flessione dell’8,7% a livello façon, del 6,7% sul fronte retail e del 7,9% sul fronte retail a causa della difficile situazione di Russia e Ucraina che ha determinato esportazioni in calo rispettivamente del 34% e del 30 per cento. Su base annuale, il calo delle esportazioni nei confronti di questi due Paesi ha contribuito a un calo della produzione del 7-8 per cento. Tengono invece Stati uniti, Cina e Francia. In termini di settori di destinazione, gli operatori specializzati si rivolgono a griffe, marchi di abbigliamento e marchi di pellicceria. Per le prime, l’incidenza rimane stabile al 48% nel 2015, mentre continua ad aumentare la quota dei secondi (12%).